Poesia, Recensioni
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Un prato in pendio. Tutte le poesie 1992-2017 (Pierluigi Cappello) – La leggerezza della parola

un prato in pendio pierluigi cappello

“[…] ho fatto un buon tratto di strada, ormai,
e sono stato tuo figlio e sono stato tuo padre
e conosco i gesti che non si spezzano davanti al dolore
l’incandescenza degli istanti che li ha generati […]”.
Pierluigi Cappello, La neve che sei stato, p. 259.

Con sguardo spigliato, attraverso un impalpabile ma, al contempo, ben visibile sorriso, Pierlugi Cappello ci guarda, scostando delicatamente una tenda. In fondo è così che ha sempre raccontato il mondo. Delicatezza, leggerezza, determinazione… Tre caratteristiche presenti in questo compendio della sua opera poetica pubblicato qualche tempo dopo la prematura scomparsa. Scrigno prezioso, custode sapiente della potenza di un poeta ancora poco conosciuto.

Azzurro elementare, Ogni goccia balla il tango, Stato di quiete vengono riproposte in questa bella edizione BUR insieme a testi poetici e in prosa inediti, con l’aggiunta di un piccolo Quaderno dei manoscritti relativo ai suoi ultimissimi componimenti dove è possibile scorgere una grafia alla continua ricerca della giusta tensione ispiratrice, espressa attraverso uno stile proiettato verso quel cielo così tante volte ricorrente nella sua letteratura. 

Non è mai facile parlare di poesia ma, soprattutto, è sempre difficile cogliere il sentire di un vero poeta. Nel caso di Cappello è vero invece l’opposto poiché riesce a fare entrare, con semplicità disarmante, il suo mondo in quello del lettore. Definizione che non ha alcuna accezione negativa anzi, la sua poesia pretende da chi la legge attenzione ma soprattutto passione, in primis per la vita. Due elementi fondamentali per capirne la bellezza.

I componimenti di Azzurro elementare  ci mostrano un autore enorme, in grado di destreggiarsi dal verso libero a quello in dialetto con maestria e pieno possesso dei mezzi espressivi, dove “[…] c’è da camminare nel buio della parola […]” (Mandate a dire all’imperatore, p. 241)  per raccontare se stessi (un esempio è la struggente intimità di Ombre, poesia che a mio avviso deve essere affiancata ai componimenti più belli della letteratura italiana), la natura, la famiglia, le passioni di una vita, i piccoli gesti quotidiani di ognuno di noi.

Discorso che continua con le raccolte successive e soprattutto con le prose, dove l’attenzione per l’infinitamente piccolo che ci circonda, traspare nitida grazie a un talento stilistico impressionante. Una scrittura che non c’entra nulla con la malattia e il dolore di un’intera esistenza. Cappello infatti non scrive per loro, Cappello scrive rispetto a loro trascendendole con la forza visionaria dei veri poeti, quelli che una volta entravano nei ricordi della nostra memoria.

Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli – Collana: Contemporanea – Anno edizione: 2018 – Formato: Tascabile – Pagine: 493 pp., Brossura – Prezzo: 16 euro

 Vot. 8/10.

Poesie consigliate: Ombre, Mandate a dire all’imperatore, Attieniti alla misura dell’erba, Poesia scritta con la matita.

Un ascolto/un’opera d’arte: Fabrizio De André – Le nuvole (1990);  Marc Chagall – Sulla città (1918).

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