Recensione del libro “L’isola delle anime” di Johanna Holmstrom, edito da Neri Pozza
I bambini dormivano quando li aveva presi in braccio e li aveva portati giù alla barca che aspettava sulla riva. Li aveva posati delicatamente sul fondo, perché godessero di quel riposo di cui lei non godeva mai. Era stata attentissima a non svegliarli. Aveva braccia forti, che trasportavano i bambini da quando erano nati, e Kristina non si sarebbe mai aspettata che potesse essere così facile lasciare la presa.
(tratto da “L’isola delle anime”)
“L’isola delle anime” della scrittrice Finlandese Johanna Holmstrom, è un inno al dolore femminile, alle tante difficoltà con cui una donna deve scontrarsi in qualsiasi epoca. Un romanzo che penetra nell’animo fin dalle prime pagine.
Devo essere sincera: la prima cosa che mi ha colpito è stata la copertina, per i suoi colori e l’immagine di un albero rosso in mezzo ad un paesaggio invernale. Poi sono stata attirata dall’argomento principale: la follia. Affascinata dalle motivazioni che spingono l’uomo a compiere determinati gesti, ho letto alcuni approfondimenti proposti dalla pagine Facebook della casa editrice Neri Pozza. Sono stata conquistata.
La storia si svolge in Finlandia, nell’isola di Själö a fine 1800 in un manicomio per donne ritenute incurabili. Il libro si divide in tre parti per raccontare storie diverse di donne ricoverate nella struttura.
Ma chi erano queste donne ritenute folli tra fine ‘800 e la prima metà del ‘900? Cos’era davvero la pazzia?
Sinossi
Kristina è giustamente accusata non di un semplice omicidio, ma bensì aver annegato i suoi due bimbi. Dal giorno della tragedia, Kristina perde il senno continuando a vedere e a cercare i suoi figli. Eppure, conoscendo a fondo la sua storia, non si può non chiedersi se si potesse evitare.
La giovane donna, infatti, vive in solitudine, abbandonata con i bimbi piccoli in una casupola nelle campagne Finlandesi. Additata dalla società come peccatrice in quanto non sposata, Kristina subisce il freddo, la fatica, l’abbandono da parte della famiglia e della società, la mancanza della presenza del compagno partito per guadagnare di più. Caduta in depressione, Kristina è schiacciata dalla stanchezza della vita e vede come unica soluzione al suo riposo lasciare andare i bambini sul fondo del fiume. Viene così ricoverata sull’isola di Själö.
Incontriamo a quarant’anni di distanza dal ricovero di Kristina Elli, un’adolescente accusata di offesa al pudore, rapina, oltraggio. Ma Elli è solo una ragazza che ha avuto la sfortuna di innamorarsi della persona sbagliata e di mettersi contro un uomo troppo potente. Il dramma di Elli è che lei è perfettamente sana. Vive solo i tumulti tipici della sua età.
Sigrid è infine la voce dell’ospedale, una giovane infermiera del manicomio di
Själö . Dalle sue parole intuiamo la difficoltà anche per il personale di relazionarsi con le pazienti e con i loro drammi. Infatti Sigrid si accorge che non tutte soffrono veramente di disturbi mentali, ma la guerra sta impazzendo in Europa, trasformando il manicomio in un’isola sicura.
Una normale pazzia
“L’isola delle anime” non è una semplice descrizione di un manicomio, bensì è un racconto delicato delle sofferenze subite dalle donne per poter respirare la libertà. Si rimane in profondo silenzio nel constatare la normalità nel condannare senza possibilità di replica una donna per il suo comportamento, per le sue scelte, per i suoi sbagli. Ed era altrettanto semplice abbandonarle, ricoverarle, operarle per eliminare la vergogna. In un luogo dimenticato da tutti, lasciate come rifiuti umani.
Ospedale di Sjalo, immagine di archivio Ospedale di Sjalo, immagine di archivio
Condannate a vivere in isolamento, subendo maltrattamenti e violenze psicologiche, la Holmstrom dipinge un quadro grigio di un luogo realmente esistito e in funzione fino agli anni ’60. Con maestria è riuscita a far traspirare empatia per ogni singola paziente, raccontando quasi come un sussurro la loro storia.
Ciò che resta dopo la lettura de “L’isola delle anime“, è un senso di smarrimento, domande che affollano la mente. Com’è possibile essere così poco umani con altri esseri umani? Perché queste donne sono state dimenticate lì, senza la possibilità di parlare? Non si può non provare rabbia e dolore.
Kristina in particolare, mi ha lasciato una tristezza infinita: la disperazione più profonda per essere rimasta completamente abbandonata da tutti. Dove si trova qui la follia? Di chi è la colpa per un gesto così grave?
“L’isola delle anime” vi entrerà dentro, regalandovi un frammento di vita dove la speranza, l’amore e la voglia di riscatto vi coinvolgeranno a pieno.
Interessante intervista a Johanna Holmstrom per Il Manifesto.

L’isola delle anime
Johanna Holmstrom
Titolo originale: Sjalarnas o
Editore: Neri Pozza
Genere: Narrativa moderno contemporanea
Prima edizione: 2017
Prima edizione italiana: 2019
Formato: Brossura
Pagine: 363 pp.,
Traduttore: Valeria Gorla
Prezzo: 18 euro
Voto: 8/10
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