Racconto? Breve dissertazione? Piccolo saggio? Inverno di Alessandro Vanoli (storico e scrittore) è tutto questo ma può benissimo trascendere le stesse categorie letterarie, grazie al potere evocativo della sua scrittura dove ogni parola ha la forza di trasportarti altrove.
Fra le pagine di questo piccolo ma prezioso volumetto (parte della collana Le stagioni curata dallo stesso autore per Il Mulino), emerge, infatti, qualcosa di più. Gli odori tipici di una stagione apparentemente monotona ma ricca di vita; i passi pesanti che ognuno di noi fa quando si sposta in un paesaggio innevato; la tenerezza del raccoglimento mentre fuori imperversano il gelo e il freddo.
In questo testo, però, c’è anche spazio per il fuoco, il profumo della legna arsa nei camini, il tepore delle coperte. Tutti elementi descritti come se sentissimo sulla nostra pelle la loro presenza. Li avvertiamo dalla notte dei tempi, nei fatti e nei miti della storia, grazie alla capacità dell’autore di portarci da un’epoca all’altra con leggerezza e passione.
Ciò che incanta la sua lettura è il renderci partecipi di periodi anche molto lontani nel tempo come se li avessimo vissuti davvero. Noi, piccoli uomini incapaci di lasciarci vincere dalla magia dell’inverno.
Un testo in cui antropologia, arte, storia etc. si mescolano con gli ingredienti della parola lì dove essa è colore, sensazione, mutamento. Ma allora cos’è questo libro? In realtà, dopo averlo letto, ancora non saprei rispondere con certezza. Solo le fiabe, però, sprigionano questa evocativa bellezza.
Editore: Il Mulino – Collana: Intersezioni. Le stagioni – Anno edizione: 2018 – Pagine: 224 pp., ill., Brossura – Prezzo: 15 euro
Vot.: 8/10
Un ascolto/un’opera d’arte: Brian Eno – Before and after science (1977); Claude Monet – La gazza (1868-1869).