“[…] agile come un levriero, tenace come il pellame, e qualche volta dura come l’acciaio. […]” , (p. 145).
“Aveva bisogno del suo ottimismo, del suo pragmatismo spudorato.
Della bravura a dissimulare incertezze e delusioni, della facilità a mostrarsi realistica sino al cinismo, pur di non darsi vinta. Persino della derisione che nessun’altra donna gli aveva mai riservato con tale frequenza.” (p. 207).
“Gerda la temeraria, l’imprevedibile, la volpe rubia, che non rinuncerebbe a qualsiasi morso di felicità si possa rubare al presente.” (p. 215).
Sfuggente, bellissima, meravigliosamente incoerente come solo alcune grandi donne sanno essere. Gerda Taro non può essere classificata, è impossibile darle una definizione. Un carattere intriso di inquietudine e passione per le proprie idee che l’ha condotta fino alla morte, tanto era l’ardore che animava il suo cuore.
Fotografa, partigiana, pequeña rubia (piccola bionda), come la chiamavano in Spagna per sottolinearne il coraggio. Gerda si muove sempre in prima linea lungo quel confine sottile che lega gli uomini alla Storia, quella fatta con il sacrificio delle proprie vite, lottando centimetro dopo centimetro contro chi l’ha tradita per ideali di morte e distruzione.
Ma sarebbe troppo riduttivo descrivere «La ragazza con la Leica» soltanto in senso politico. In questo romanzo non c’è soltanto il sentimento di un tempo contraddittorio, dinamico, spietato; fra le sue righe ritroviamo la vita di una ragazza che ha letteralmente ammaliato i suoi amori senza darsi mai totalmente alla loro forza.
Robert Capa, Georg Kuritzkes, Willy Chardack, l’amica Ruth Cerf, solo per citarne alcuni. Tutte queste persone si confrontano con Gerda nel tentativo di darsi un significato, per capire come sono fatte davvero e riflettere sulle azioni compiute nell’arco di un’intera esistenza. Un libro corale, un’orchestra di uomini e donne la cui unica direttrice è Gerda.
Evitare di innamorarsi di lei è impossibile. Anch’io mi sono lasciato trascinare dalla sua frenetica voglia di vivere e di esserci per Qualcosa. Non importa se giusta o sbagliata; stupida o intelligente. L’importante è dimostrare di essere se stessi sempre e comunque. Un monito per questi tempi così poveri di grandi personalità, valori, voglia di vivere.
Editore: Guanda – Collana: Narratori della Fenice – Edizione: 10 – Anno edizione: 2018 – Pagine: 320 p., ill. , Brossura – Prezzo: 18 euro
Vot.: 8/10.
Un ascolto/un’opera d’arte: Jefferson Airplane – Somebody to love (1967); Eugène Delacroix – La Libertà che guida il popolo (1830).
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