Recensione del romanzo “Vicolo dell’Immaginario” di Simona Baldelli edito da Sellerio: il realismo magico incontra la sofferenza del cuore
La madre è una figura fondamentale nella crescita e nello sviluppo di ognuno di noi. Ma come possiamo relazionarci con una madre che esplicitamente non ci ama? Questo è ciò che succede alla protagonista del “Vicolo dell’Immaginario”, l’ultimo delizioso romanzo di Simona Baldelli edito da Sellerio.
Il romanzo si divide in due voci: Amalia e Clelia. In verità fin da subito intuiamo che sono la stessa persona. Infatti, nel corso del racconto scopriamo che Clelia ha cambiato nome in Amalia dopo essersi trasferitesi in Portogallo. Una voce fuori campo ci narra la vita di Amalia nel presente intrecciandosi con la Clelia del passato attraverso la tumultuosa storia d’Italia negli anni ’60 e ’70. Le due vite sembrano distanti: Amalia nel mistero e nella magia, mentre Clelia nella realtà più cruda ed oggettiva.
Il realismo magico incontra le sofferenze del cuore
Clelia si è da sempre sacrificata per la famiglia: la madre, rimasta vedova, deve badare alla figlia minore, Marisa, affetta da poliomielite e che vive con depressione la sua condizione. La protagonista rinuncia così a vivere liberamente la sua gioventù, trattata con disprezzo dalla madre e ingabbiata dalla sorella minore.
Fino a quando in fabbrica non incontra Dario, il quale porterà nella sua vita l’amore che le è sempre stato negato.
In Portogallo Amalia-Clelia sta cercando di rifarsi una vita. Entra al servizio di un’anziana signora che aspetta il ritorno di un Re vissuto nel XVI secolo. In più inizia a lavorare nella taverna di Tia Marga. Tra i vicoletti di Lisbona tutti le parlano dell’arrivo della nebbia e dei personaggi portati da essa. Chi sono? E cosa vorranno da Amalia?
Nel “Vicolo dell’Immaginario” si parla soprattutto di sacrificio e di dolore represso. Tutte quelle parole non dette ed emozioni represse che ci portano a soffrire e a compiere grandi rinunce. A volte, per un’apparente felicità altrui, si fanno scelte che possono portare a grandi dolori. La ricerca di una propria identità da parte di Clelia deve scontrarsi con il senso di colpa.
Ma se Clelia non sarà in grado di accettare il suo passato doloroso, difficilmente Amalia riuscirà a trovare pace. Rancore, sofferenza e rabbia la seguono come una piccola ombra che non si stacca mai da lei e ha una propria indipendenza. Il tocco di realismo magico ben si fonde con i paesaggi di Lisbona, rendendoci consapevoli che non tutto può essere espresso con razionalità.
Un discorso particolare è il rapporto Clelia – madre: la signora è sicuramente una donna che ha sofferto, ma che sfoga alcune sue repressioni sulla figlia maggiore. Fa vivere Clelia con un costante senso di colpa nei confronti della sorella, come se la poliomielite fosse stata una sua colpa. Clelia non riesce a ribellarsi, e non si capacita di come una madre possa avere così poco affetto nei suoi confronti. E’ un dolore che si insidia nella pancia e piano piano si affila fino a pungerla nelle situazioni più difficoltose.
La scrittura della Baldelli è scorrevole, dolce, amica. Clelia è una protagonista con cui è facile simpatizzare e riconoscersi. “Vicolo dell’Immaginario” è un libro che regalerà non poche emozioni.

Simona Baldelli – Vicolo dell’Immaginario
Editore: Sellerio, Il contesto
Genere: Narrativa moderno contemporanea
Prima edizione: 2019
Formato: Brossura
Pagine: 245 pp.
Prezzo: 16,00 euro
Voto: 8/10
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