“[…] Io vivo qui da un addio all’altro.”
p. 311.
“non c’è nessun altro al mondo
così vicino a te
che è così uguale a me”.
La Crus, Io confesso, 2011.
Tradire in nome di cosa? Qual è l’affascinante mistero che si cela dietro un’azione del genere? Quali le motivazioni che ci spingono a compiere questo atto, al contempo, egoistico e umano? Amos Oz ci ha lasciati da poco ma sarà sempre enorme il significato del patrimonio letterario che ci ha donato nel corso degli anni, uno scrittore immortale per tematiche e bellezza dello stile.
Giuda è un romanzo universale fatto di segreti e voglia di scoprire, elementi tipici dei gialli di spessore. Ma, attenzione, con questo genere non ha nulla a che vedere. Qui il senso del mistero è molto più metafisico, quasi trascendentale e lo ritroviamo parola dopo parola, solitudine per solitudine. La condizione principale dei suoi personaggi.
Gersholm Wald innanzitutto, un settantenne scontroso, coltissimo, perduto nei suoi pensieri imperscrutabili che nessuno riesce a interpretare. Poi Shemuel Asch, giovane universitario, studente di materie umanistiche a cui, una serie di eventi negativi, lasciano un profondo sentimento di insoddisfazione personale.
I due si incontreranno, ponendo le rispettive vite al servizio delle loro tormentate coscienze. E forse, a definire questo intreccio, non è stata nemmeno la semplice casualità, ma qualcosa di molto più violento e sfuggente: il Destino. Lo stesso del popolo ebraico e della sua storia sempre ritrattata dagli uomini e mai pienamente definita.
Giuda, il personaggio dei Vangeli (in questo caso gnostici), sottende a tutta la trama come uno spirito senza pace a cui è stato dato, alla stregua di Sisifo nella tradizione classica, un enorme fardello da trasportare per l’eternità: il peso di un’anima contraddittoria solleticata dal Male.
Un uomo da cui non potremmo mai allontanarci perché espressione della nostra parte più oscura, la stessa di Gersholm e Shemuel. Un posto interiore dove forse splende un po’ di luce: quella accecante del proprio riscatto.
Traduttrice: Elena Loewenthal – Editore: Feltrinelli – Collana: Universale economica – Anno edizione: 2016 – Formato: Tascabile – Pagine: 329 pp., Brossura – Prezzo: 9 euro
Vot.: 8,5/10.
Un ascolto/un’opera d’arte: Fabrizio De Andrè – Il testamento di Tito (1970); René Magritte – Les Amants (1928).
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