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Simona Baldelli racconta “Vicolo dell’Immaginario”

Simona Baldelli

Simona Baldelli, ospite per la rassegna letteraria “Territori” curata da Isabella D’Alessandro e Gianpaolo Colucci, racconta il suo romanzo “Vicolo dell’Immaginario”

Matera 12 Aprile 2019

Simona Baldelli sembra uscita dalla copertina del suo romanzo “Vicolo dell’Immaginario“: vestito blu scuro, capelli raccolti in uno chignon alto, e delle scarpette a rocchetto rosse. Ha un qualcosa di magico, come la Lisbona del suo libro.

A dialogare con lei siamo in tre: Isabella D’Alessandro – curatrice insieme a Gianpaolo Colucci della rassegna letteraria “Terriori”, Nadia Kibout – attrice di teatro e cinema, ed io, libraria per la Libreria Mondadori di Matera e book blogger.

Simona Baldelli

Vicolo dell’Immaginario” è un romanzo a due voci avente come protagoniste due donne: Clelia e Amalia le quali sono come due mondi opposti. La prima lavora come operaia in una fabbrica di giostre, vive in provincia di Reggio Emilia, e la sua vita è scandita da un ritmo sempre uguale dove predominano oggettività e crudo realismo. Amalia, invece, vive nella colorata Lisbona dove regnano un’atmosfera magica, l’istinto e la passione.

Simona afferma che aveva bisogno di una storia a doppio binario, proprio per poter affrontare il tema chiave del romanzo: il nodo rimorso – rimpianto.

Quando ho recensito “Vicolo dell’Immaginario” devo dire che un’aspetto che mi aveva molto colpito era il complesso rapporto madre-figlia e sorella-sorella che vive Clelia. Mi ero fatta tanti pensieri su cosa avesse potuto vivere l’autrice. Ebbene, parlare con una professionista della scrittura come Simona Baldelli, mi ha fatto comprendere che a volte le storie che leggiamo nascono così come sono, senza pipponi mentali“, come dice lei stessa.

Rimorsi, rimpianti e “fado”

Nella storia di “Vicolo dell’Immaginario” sia il Portogallo di Amalia che il Nord Italia di Clelia stanno vivendo una situazione politica tumultuosa: la Rivoluzione dei Garofani e gli Anni di Piombo. Quindi questo difficile clima si riflette sui personaggi e su i loro rapporti interpersonali. Rimorsi e rimpianti collettivi che nel piccolo diventano il rapporto madre-figlia di Clelia e si materializzano nelle “pietre nella pancia“. Questa sensazione colpisce Clelia ogni qualvolta si sente inadeguata alla società, aumentando il senso di rimorso di non dire e di non fare, il rimpianto di tante occasioni sfuggite dalle mani.

Ed è stato affascinante ascoltare la nascita di “Vicolo dell’Immaginario”. Simona era a Lisbona, una città che evidentemente la stava aspettando, ospite di un’amica di nome Clelia. Era su uno dei tradizionali tram della capitale, quando il veicolo si è dovuto fermare e far scendere i passeggeri. Simona si è casualmente trovata proprio in un vicoletto dal nome “Vicolo dell’Immaginario”(tradotto). “Era un titolo perfetto per un romanzo“, afferma Simona Baldelli. E in breve tutta la storia di Amalia si è formata. Poi è arrivata la nebbia, e il racconto leggendario che si sussurra ancora tra i vicoli di Lisbona del ritorno di re Sebastiano I. Da qui l’immagine dell’autrice di far salire anche gli altri morti con la nebbia.

Mondi che si intrecciano, reale e magia che si incontrano nella nebbia. Il mondo dei vivi incontra quello dei morti per poter risolvere il grande nodo dei rimpianti e rimorsi soppressi.

Un libro fortemente sensuale in alcune pagine, senza esser volgare: “La sensualità è la disponibilità che abbiamo di mettere a disposizione in nostro corpo nudo e libero“. Donne che cercano di essere libere, che fanno scelte dolorose a causa di una gabbia sociale che le vuole interpreti di un ruolo prestabilito. Donne che si sacrificano sempre per un bene altrui e mai per la loro felicità personale. Simona Baldelli riesce a unire tanti temi importanti senza mai essere prolissa, accompagnando il lettore in una narrativa visiva immediata.

Di sottofondo il “fado” portoghese che accompagna le protagoniste verso il loro fato…

Un incontro delicato, come le storie di Amalia e Clelia.


Un grazie speciale a Isabella e al meraviglioso staff di BurroSalato, un locale che con la sua eleganza ed unicità si fonde sempre con questi incontri letterari.

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