“Ma so che so camminare dritto sull’acqua e
su quello che non c’è” .
Afterhours, Quello che non c’è (2002).
“[…] Io chiedo al cielo
E al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? […]”.
Giacomo Leopardi, All’Italia, vv. 10-12.
“Per un suddito o un servo essere liberi
significa soltanto avere la libertà e godersela
senza interferenze e ostacoli;
per dei cittadini è il premio per aver agito secondo virtù.”
Maurizio Viroli, La libertà dei servi, p. 15.
Una testimonianza civile prima che un saggio. Andrea Scanzi, giornalista, scrittore, ma soprattutto”gaberiano” come ama definirsi, arriva al cuore delle disillusioni che accompagnano questo nostro malandato e bellissimo Paese riflettendo, con la lucidità che da sempre lo caratterizza, sulle macerie lasciate da anni di gestione della Cosa Pubblica.
Il libro riesce a trasformare lo sgomento, nato soprattutto di fronte alle disattese promesse del mondo progressista, in un processo di ricerca. In che senso? Sembra infatti che Scanzi si sia inoltrato nel buio di una caverna diroccata (l’Italia) per illuminare, armato soltanto della sua penna, gli anfratti più oscuri del nostro modo di essere cittadini.
Un excursus letterario incalzante, costruito attraverso una scrittura disinvolta e acuta, su alcune delle principali figure politiche che a sua avviso hanno caratterizzato, nel bene e nel male, il bel Paese negli ultimi anni. Esempi che l’esperienza umana e culturale di Scanzi interroga senza lasciare nulla al caso.
Da questi brevissimi affreschi, traspare un sentimento sincero di rivalsa, quasi un latente ma, ben espresso, senso di “rabbia” che non sfuma nel nichilismo più estremo, bensì nella speranza di poter vedere gli italiani, un giorno o l’altro, in grado di riscattarsi. Con “[…] culo, epica, talento, meraviglia e abnegazione.” (p. 116).
Ma anche attraverso quella che Camus chiamava “[…] la libertà folle come l’amore che viene detto tale, la grande passione carnale che, allo stesso tempo, travolge e giustifica tutto. […] la fatica spossante di tutti i giorni per palesare i limiti dell’uomo e confrontarsi senza posa con la smisurata oppressione.” (Mi rivolto dunque siamo, p. 114).
Da qui potrebbe nascere la voglia di creare una politica nuova, nobile nel senso più alto del termine. La voglia di operare in favore del bene comune con onestà, determinazione, senso civico e cultura. Per rialzare la testa e camminare con orgoglio nelle difficoltà della vita. Due azioni che noi italiani, nei momenti più tragici, sappiamo benissimo dimostrare.
Editore: Rizzoli – Collana: Saggi italiani – Anno edizione: 2019 – In commercio dal: 2 aprile 2019 – Pagine: 125 pp. – Prezzo: 16 euro.
Vot.: 7/10.
Un ascolto/un’opera d’arte: Ivano Fossati – Discanto (versione live, 1993); Caravaggio – Davide con la testa di Golia (1607).
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