“Il rock’n’roll non è altro che jazz con un ritmo più accentuato, più incalzante.”
p. 106.
Life, non c’è titolo migliore per riassumere l’esistenza sul filo del rasoio del grande Keith Richards. Il celebre chitarrista inglese racconta la sua vita e la nascita dei Rolling Stones con l’onestà e la schiettezza di chi sa di aver vissuto al massimo ogni istante della propria esistenza.
Più che scritto, questo libro sembra suonato durante una session in un garage londinese degli anni ’60, quelli che all’epoca pullulavano di band dagli stili diversissimi ma simili per atteggiamento e voglia di esprimere la loro visione del mondo.
Ambienti in cui bastava accennare un riff di chitarra per creare canzoni immortali. E Richards ne è stato, senza dubbio, un esperto. Tra alcol, sesso, bagordi di ogni tipo, splendide melodie. Chuck Berry, il blues del Delta, l’ammirazione per quell’America di colore che ha trasformato il dolore in armonie celestiali.
I Rolling Stones sono stati l’anima nera del rock e Richards il loro santone. Hanno creato un immaginario culturale che faremo fatica a dimenticare tanto si è solidificato in molti di noi, attratti dai suoi ritmi irrefrenabili e dalla sua mitologia.
Per più di 500 pagine si susseguono aneddoti, visioni personali, musicisti che hanno fatto la storia, amicizie con i loro alti e bassi, vizi, tenerezze famigliari. Il mondo di un uomo che porta scritte sulla sua pelle ogni errore, bellezza e talento.
Traduttori: Martino Gozzi, Andrea, Marti, Martina Petrillo – Editore: Feltrinelli – Collana: Varia – Anno edizione: 2010 – In commercio dal: 9 giugno 2010 – Pagine: 524 pp., ill. , Brossura – Prezzo: 24 euro
Vot.: 8/10.
Un ascolto/un’opera d’arte: Steppenwolf – Born to be wild (1968); Umberto Boccioni – La città che sale (1910).
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