“[…] sine ira et studio, quorum causas procul habeo”
“[…] senza ira né simpatia, essendo da me lontane le cause dell’una e dell’altra.”
Tacito, Annali, I-II, traduzione di Bianca Ceva, Milano 2010.
“La pratica dell’analogia è molto diffusa nelle attuali denunce
sul ritorno al fascismo, con un uso pubblico della storia
in cui prevale la tendenza a sostituire alla storiografia
– una conoscenza critica scientificamente elaborata –
una sorta di “astoriologia”, come possiamo chiamarla,
dove il passato storico viene continuamente adattato ai desideri,
alle speranze, alle paure attuali.”
pp. 6-7.
Lucido, storiograficamente impeccabile, ricco di buonsenso, netto nelle sue considerazioni. Emilio Gentile è uno storico di razza, di quei pochi che fondano sul metodo (la lettura attenta e sistematica dei documenti) la loro interpretazione dei fatti del passato.
In questo caso, il tema è tremendamente attuale: si può parlare, oggi, di un ritorno al fascismo? Ci sono analogie fra alcune esperienze politiche recenti (sia in Italia che in altri paesi del mondo) e quelle sviluppatesi negli Anni Venti del secolo scorso?
Siamo netti e chiari fin da subito: il fascismo storico, quello del cosiddetto Ventennio, non ha nulla che fare con gli: “attuali neo-nazionalismi populisti, che hanno una legittimazione democratica […]”, in cui: “[…] vi è piuttosto la paura della modernità, l’adozione di una politica di protezionismo difensivo, per chiudere porte e finestre, a salvaguardia di incerte identità nazionali, minacciate dalla globalizzazione e dalle «invasioni migratorie»”, p. 83.
Tuttavia per capirli meglio e saper discernere un periodo dall’altro, serve un ritorno alla storia. Alla sua capacità di contestualizzare gli avvenimenti, i personaggi e le loro azioni dentro l’epoca in cui sono avvenuti, cercando di entrare nelle atmosfere in cui si sono sviluppati.
In questo modo (e Gentile lo spiega benissimo nel libro), ogni sorta di sterile analogia dimostra la sua fragilità metodologica sgretolandosi sotto i colpi precisi e documentabili della vera ricerca storica, dove, senza tregua, occorre interrogare le fonti per cercare ciò che più si avvicina alla verità.
Sì, perché il Mussolini del 1919 (quello dei Fasci di combattimento), non è lo stesso Mussolini che nel 1921 sarà a capo del fascismo storico, un movimento totalmente diverso, un vero e proprio partito-milizia, influenzato dallo squadrismo, con una sua dimensione organizzativa, culturale ed istituzionale ben precisa.
Per tutte queste ragioni, più che il pericolo di un ritorno al fascismo, è la svalutazione degli ideali democratici da parte delle consorterie finanziarie e oligarchiche a dover allarmarci di più. La loro influenza sui partiti e sulle nostre vite è il problema storico dei nostri tempi. E non affrontarlo vuol dire capire poco di ciò che stiamo vivendo.
Editore: Laterza – Collana: I Robinson. Letture – Edizione: 2 – Anno edizione: 2019 – Pagine: 128 pp., Brossura – Prezzo: 13 euro.
Vot: 9/10.
Un ascolto/un’opera d’arte: Miles Davis – So what (1959); Leonardo Da Vinci – Uomo vitruviano (1490 ca.).
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