Nato nei primi anni del ‘900, il naturalismo giapponese è uno dei movimenti letterari più importanti in Giappone. Ispirato inizialmente al naturalismo francese, si sviluppò secondo lo stile e le tecniche introdotte da Shimazaki Tōson.
Considerato un movimento centrale nella letteratura giapponese, il naturalismo giapponese è nato quasi un secolo dopo quello francese, nei primi anni del ‘900. Questa corrente letteraria si è sviluppata dopo la vittoria del Giappone sulla Russia (1904 – 1905), vittoria che ha decretato il compimento di tutti gli sforzi fatti durante il periodo Meiji. Tuttavia per gli scrittori il costo della vittoria ha fatto nascere dubbi e disillusioni. In molti si sono rifugiati nel naturalismo come reazione all’artificialità della scuola Ken’yusha.
La scuola Ken’yusha (Società degli amici del calamaio) fu fondata nel 1885 da un gruppo di studenti dell’università di Tokyo e guidata da Ozaki Kōyō. Sostenitore di una letteratura incentrata sulla concezione dell’arte per l’arte, il gruppo si opponeva alla supina adesione degli schemi occidentali dai quali si dovevano trarre solo quegli elementi che più si adattavano alla narrativa tradizionale giapponese.
Il Naturalismo giapponese come ricerca dell’io
Non basato totalmente sul naturalismo francese, questo movimento in Giappone ha come scopo principale la ricerca dell’individualità. Il naturalismo di Zola o di Maupassant non viene visto come un metodo scientifico per esaminare la natura umana, ma bensì come una riproduzione totalmente fedele della realtà. Non erano ammessi elementi inventati o che non corrispondessero alla realtà. Dal naturalismo francese sono stati presi gli effetti dell’eredità del carattere e l’ambiente di formazione.
Gli autori giapponesi parlano della loro vita. La letteratura diventa quasi una confessione. Utilizzano un linguaggio crudo, nudo, privo di colore, basato su una descrizione schietta e piatta. La narrativa si basa su avvenimenti specifici e dimostrabili attraverso la diretta osservazione della realtà. Il naturalismo giapponese era una logica estensione dell’impulso contro il realismo nella narrativa generato inizialmente nel 1885 da Tsubouchi Shoyo nell'”Essenza del romanzo”.
I primi autori del Naturalismo
Kosugi Tengai (1865 – 1952)

Ritenuto il pioniere del naturalismo, fu profondamente attratto ed influenzato da Zola. Nega i principi estetici tradizionali rigettando la poetica del “bello”. L’obiettivo della sua narrativa era comporre un’opera che potesse consentire al lettore di reagire agli eventi narrati come farebbe ad evento reale piuttosto che ad una raffinata opera d’arte.
Tayama Katai (1872 – 1930)

E’ con Futon (1907) di Tayama Kakai che viene stabilito il modello per quella che sarà la classica prosa naturalista. Futon racconta la relazione tra un professore di mezza età e una giovane studentessa. Considerato anche come il primo romanzo dell’io, Katai si propone di creare una sorta di confessione dove l’autenticità regna sovrana, non importa se ciò che viene narrato possa portare imbarazzo o dolore. L’autore ha cercato di adottare un linguaggio molto vicino a quello occidentale introducendo per la prima volta il soggetto grammaticale. Inoltre, il narratore onnisciente esprime il pensiero del protagonista senza che quest’ultimo proferisca parola.
Shimazaki Tōson e il naturalismo giapponese

Considerato il maggior esponente del naturalismo giapponese, Shimazaki Tōson ha iniziato la sua vita da scrittore quando ha lasciato Tokyo nel 1899 per trasferirsi a Komoro dove lavorava come insegnante. Importante fu l’amicizia con Tayama Katai, iniziata nel 1896, il quale lo indirizzò verso la letteratura moderna e gli autori del naturalismo francese.
Hakai – La promessa infranta
Il suo primo romanzo, Hakai (La promessa infranta, 1906), iniziato nel 1904 a Komoro e terminato a Tokyo nel 1906 influenzato dai vecchi amici come Katai. Il termine “naturalismo” iniziò ad essere usato dopo l’uscita di questo romanzo. Il libro parla di un giovane che decide di infrangere la promessa fatta al padre rivelando le proprie origini fuori casta (eta), ma accettando le conseguenze di un’ inevitabile alienazione dalla società d’origine. Decide perciò di fuggire in Texas. Forte è l’attenzione alla psicologia del protagonista: la paura di rivelare la propria identità e la sua natura empatia verso le altre vittime di discriminazione oltre al dubbio se rompere o no la promessa fatta.
Inoltre viene qui evidenziato il problema dell’eredità – in questo caso la classe sociale – tipico del naturalismo francese. Tōson non faceva parte degli eta, ma aveva paura di ereditare la pazzia che si era manifestata nel padre. Sembrerebbe che Shimazaki Tōson si sia ispirato a “Delitto e Castigo” di Dostoevski per il tema centrale: l’eroe si salva confessando il suo segreto.
Il romanzo sottolinea il problema di come durante il periodo Meiji non si riesca ad affiancare al progresso economico una effettiva evoluzione del pensiero e dei costumi. Questo fu l’unico romanzo di Tōson ad avere un protagonista immaginari, i successivi lavori sono stati ispirati tutti alla sua vita.
Haru – Primavera
Il secondo maggior romanzo di Tōson è Haru (Primavera, 1908). Il titolo prende spunto dal famoso quadro di Botticelli e parla di un gruppo di amici dell’autore durante la primavera delle loro vite. Racconta gli anni della sua gioventù attraverso la tecnica impressionista fatta di schizzi veloci e dai tratti vividi e immediati.
Ie – La famiglia
Molto simile a Haru, Ie (La famiglia, 1910-1911) racconta la famiglia del fratello maggiore e della sorella minore dell’autore. Qui viene documentata la caduta delle tradizioni famigliari di campagna, viste ancora nel pieno della loro bellezza, da parte del nuovo Giappone.
Yoake Mae – Prima dell’alba
Considerato da molti il capolavoro di Tōson, Yokae mae (Prima dell’alba, 1929-1935) tratta di complesse problematiche sociali. Racconta il Giappone durante i turbolenti giorni della Restaurazione Meiji e il periodo subito seguente. Il protagonista è il padre dello scrittore. Il libro inizia con l’arrivo del Comandante Perry nell’arcipelago giapponese e continua fino al 1886. Shimazaki Tōson cerca con il suo romanzo di portare l’attenzione sul crollo dei valori della cultura tradizionale e sulla superficiale occidentalizzazione del Paese.
Per approfondire le opere di Shimazaki Tōson clicca qui (testi in inglese e giapponese)
Bibliografia:
Luisa Bienati, Letteratura giapponese vol. 2; dall’Ottocento all’inizio del Terzo Millennio (Einaudi, 2005);
Donald Keene, Dawn to the West: Japanese Literature of the Modern Era; Fiction (Holt Rinehart & Winston, April 1, 1984) ;
Kato Shuichi, Storia della letteratura giapponese volume 3; dall’Ottocento ai giorni nostri (Marsilio, 1996);
Appunti personali presi durante il corso di “Letteratura giapponese moderno-contemporanea” tenuto dalla Professoressa M. Vienna durante il percorso di laurea triennale in Lingua e Letteratura Giapponese presso la facoltà di Studi Orientali, La Sapienza Roma (anno del corso 2008-09)
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