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Nadia Terranova a Matera per Amabili Confini Off – Lo spessore di un incontro letterario e umano

Nadia Tereranova - Amabili confini

Serata tranquilla e affollata, tipicamente estiva, quella che martedì 18 giugno ha accolto, a Matera, Nadia Terranova, scrittrice messinese trapiantata a Roma, finalista del Premio Strega 2019.

All’interno della vivace ed interessante cornice culturale di Amabili Confini, progetto di rigenerazione sociale ideato da Francesco Mongiello, rivolto alle periferie della città ed attuato attraverso la narrazione, l’autrice ha presentato il suo ultimo romanzo: “Addio fantasmi” (Einaudi).

Piazza S. Francesco il luogo in cui la scrittrice, dialogando con Salvatore D’Alessio (Leggo quindi sono) e con Simona Nardulli (ingegnere), ha spiegato l’essenza del suo libro, facendo appassionare, con la sua chiarezza e dolcezza, il nutrito gruppo di persone che attentamente la ascoltava.

A lei, ospite “fuori rassegna” della kermesse, l’onere di chiudere la bella edizione di quest’anno che ha visto come protagonisti scrittori del calibro di Paolo Giordano, Eraldo Affinati, Pierluigi Battista (solo per citarne alcuni).

Il racconto di “Addio fantasmi”, intervallato da letture live di alcuni frammenti del testo, ha immerso la città dei Sassi (non senza una certa emozione) nella vicenda personale della protagonista, Ida Laquidara.

Donna, figlia, moglie, persona ferita dalla scomparsa senza senso del padre, impegnata ad affrontare i propri fantasmi con ferocia e commozione, la stessa che si prova leggendo il romanzo, uno dei migliori, a mio avviso, della narrativa italiana contemporanea. Difficile da dimenticare, tanto grande è la forza che sprigiona.

Alla fine di tutto, ho avuto il piacere d’intervistarla brevemente, essendomi appassionato al testo e trovando la sua scrittura seducente, complessa e bellissima. E proprio il linguaggio ha introdotto la nostra affabile chiacchierata.

È stato meraviglioso scoprire che, per raccontare l’assenza alla base del libro e, più in generale, la metodologia di scrittura del suo processo creativo, la Terranova si soffermi sulla ricerca della parola giusta, sulla sua esattezza nel contesto narrativo che prende forma pagina dopo pagina e che porta direttamente ad un tentativo (per me riuscitissimo) di raggiungere la bellezza.

Oltre ad una lingua colta e ricca, “Addio fantasmi” poggia la sua narrazione sul rapporto padre/figlia. Un’associazione non scontata visti gli innumerevoli esempi bibliografici costellati dalla simbiosi padre/figlio, che la tradizione letteraria ha sempre sviscerato.

Scegliere una donna, afferma l’autrice, non è stato semplice perché è la ferocia e il titanismo del conflitto a contraddistinguere il suo rapporto con la figura paterna. Un legame viscerale, senza fronzoli, espresso dai tormenti di Ida nella loro essenza.

Il tutto con sullo sfondo Messina, una città che la scrittrice vede circondata da un passato ricco di storia ma, al tempo stesso mitico, sospeso fra due mari, dove la letteratura è la vera ossessione di una vita, di un’esistenza donata al mondo delle parole suggellata dall’essere una dei cinque finalisti del premio letterario più importante d’Italia. Manifestazioni culturali che, secondo il suo parere, vanno conservate con passione e cura in questi anni troppo sensibili ai richiami tecnologici della modernità.

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