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Le forme dell’India, Silvio Grocchetti

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Recensione del libro “Le forme dell’India” di Silvio Grocchetti edito da AlpineStudio. Un Paese complesso raccontato dalla voce di un giovane ricercatore italiano.

L’India è un Paese che affascina, seduce, e spesso può anche spaventare per le enormi differenze sociali. Eppure, le sensazioni ed emozioni provate sul suolo indiano scavano dentro il cuore e l’anima di ogni suo visitatore. “Le forme dell’India” di Silvio Grocchetti è difatti il racconto profondo della sua esperienza di tre mesi in India. Non lo posso definire, però, soltanto come un mero resoconto delle sue giornate tra Varanasi, Agra e Mumbai. E’ molto di più.

Perché quando si arriva in India, si viene travolti da odori, colori, suoni e persone come una tempesta nel pieno della sua furia. E ciò che resta di noi dopo questo stravolgimento di tutta la nostra quotidianità, è sicuramente una nuova visione di noi stessi e del mondo che ci circonda. Se si vuole vivere l’India a pieno, bisogna entrare in punta di piedi in una cultura affascinante, ma difficile, spesso crudele ai nostri occhi occidentali, proprio come Silvio Grocchetti è riuscito a trasmettere con “Le forme dell’India”.

Il libro è suddiviso in quattro sezioni: “Il viaggio”, “Nascere donna in India”, “Vita e morte” ed infine “Squarci”.

Il viaggio

In questa prima sezione de “Le forme dell’India” l’autore racconta il suo primo impatto con il Paese.Precipitare in India” è forse la definizione migliore per descrivere come ci si sente i primi giorni tra le viuzze e stradine di terra battuta dei paesi indiani. Rapporti diversi, una gerarchia sociale antica e rigida, tante differenze difficili da comprendere. L’India ad un primo impatto si presenta così, come una madre severa. E’ un viaggio fisico, ma anche spirituale quello che il viaggiatore e qui l’autore, si presta a fare nel percorrere nel territorio indiano.

Salgo in camera con un senso di abbandono in corpo che non ho mai provato prima: ho abbandonato l’autista; ho abbandonato l’ometto; ho abbandonato un uomo.

Nascere donna in India

Questa sezione del libro è meravigliosamente onesta e rispettosa nel descrivere una delle situazioni per noi occidentali più difficile da accettare: essere donna in India. “Le mucche sono molto, ma molto più al sicuro delle donne” (Nirja Bhatnagar). Purtroppo è vero. Ciò che Grocchetti raccoglie nel suo viaggio sono sguardi impauriti, sorrisi spenti, vite bruciate. La donna in molte realtà dell’India è trattata peggio di un oggetto. Troppi gli stupri, le violenze, gli omicidi ai danni delle donne. Una donna indiana non può permettersi di sognare: le austere regole della società indiana impongono il ruolo di moglie e madre alle giovani. Così le storie di Punita, Deepa e delle donne sfigurate dall’acido trasudano speranza, voglia di andare avanti, rifarsi una vita, voltando le spalle ad un passato e un presente difficile dove le cicatrici fisiche e spirituali sono purtroppo sempre visibili.

Silvio Grocchetti è riuscito a dare voce senza interferire nelle storie di donne incontrate nel suo viaggio. Le loro testimonianze, da sole, sono dolorose e penetrano nel profondo del lettore.

E’ questa la sostanza con cui Rupa ha dovuto fare i conti quando aveva quindici anni. Una notte come tante, Rupa si sveglia d’improvviso perché colpita in volto da una sostanza trasparente. E’ acido; la mano che glielo ha versato è quella della matrigna. Il gesto si spiega ripercorrendo radici di gelosia e invidia: il viso di Rupa ricordava quello della madre biologica, in maniera troppo marcata perché la matrigna potesse soffrirlo. L’attacco con l’acido fu solo l’apogeo di una tortura durata tutta la vita: sin da quando era piccola, la matrigna aveva tentato di disfarsi di lei. Poi, la notte dell’acido.

Vita e morte

Il rapporto che l’indiano ha con la morte è intimo e probabilmente più aperto di noi occidentali. Varanasi rappresenta a pieno il circolo della vita dell’India. Infondo la morte altro non è che un passaggio per una prossima vita, possibilmente migliore. Per gli Indù Varanasi è una città sacra e morire qui significherebbe finalmente spezzare il Samsara – il ciclo delle rinascite – per raggiungere il Nirvana, morire per sempre, la libertà vera non più condizionata dalla gerarchia.

Se la morte null’altro è che un “cambiamento di spoglie”, questa transizione acquisisce connotati sereni, lieti, ameni. Ed è proprio per questo che, lungo la decina di ghat (gli imponenti scaloni che si tuffano direttamente nel Gange) della città dove le spoglie indù vengono arse, non c’è posto per le donne. “Le donne piangono” confida un sedicente sadhu dagli zigomi gonfi e la barba argentata avvolto in una galabia bianca. “Ma questo è un momento felice per il defunto, per i famigliari. Non c’è spazio per il pianto”.

Squarci

Pensieri e visioni diversi chiudono il racconto intenso de “Le forme dell’India”. Spiritualità, ascetismo, quotidianità, modi di vita diversi. Si conclude con squarci di vita indiana l’esperienza dell’autore.

Quando il silenzio ovattato della notte si posa come un lenzuolo sul suo regno, l’uomo-scimmia si reca, balzo dopo balzo, in un angolo di asfalto cintato da una ringhiera. Qui, tende un telone di plastica verde. E ricava così il baldacchino del suo palazzo reale, dove qualche ora di riposo gli è concessa prima che l’oggi si ripresenti nel domani, accompagnato da tutti i suoi doveri improcrastinabili.

Leggere “Le forme dell’India” è stato per me un po’ come tornare nel subcontinente indiano, viaggio fatto nel 2011. Il linguaggio dell’autore è chiaro, diretto, crudo, ma vero. Bisogna essere onesti per descrivere culture diverse e lontane dalla nostra realtà senza però fare paragoni o sottolineare troppo le differenze. Un libro intenso, che lascia spunti di riflessione, voglia di conoscere ancora più da vicino l’India e la sua cultura. Ci si smarrisce per poi ritrovarsi in un sorriso e in uno sguardo.

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Le forme dell’India – Silvio Grocchetti

Editore: AlpineStudio
Genere: Racconto di viaggio
Prima edizione: 2019
Formato: Brossura, illustrato
Pagine: 207 pp.
Prezzo: 16 euro

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Silvio Grocchetti nasce a Genova nel 1991 d vive tra la città natale ed Edmburgo. Ha contribuito a varie testate giornalistiche nazionali e straniere, prediligendo la carta stampata a qualsiasi altro mezzo di comunicazione. Combina lo studio di materie umanistiche e scientifiche, focalizzandosi al momento prevalentemente sulle seconde. Con “Le forme dell’India”, Grocchetti non ci mostra l’India conosciuta, quella del turismo e delle mete privilegiate, bensì un’India vera e viva nelle sue tradizioni, pur con tutti i suoi contrasti.

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Instancabile lettrice, nipponista da sempre, attualmente dottoranda! Viaggio, fotografo, studio le tombe decorate del Giappone antico. Amo l'inverno, il tè, l'Asia, i biscotti. Ho un cane salsiccia e un fortunadrago in miniatura. Leggo, sorrido, vivo! Quanti segnalibri darò alle mie letture?

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