Recensione del thriller “Fiori sopra l’inferno” di Ilaria Tuti edito da Longanesi. Un esordio da brividi per la nuova voce italiana del thriller.
Romanzo di cui avevo molto sentito parlare e attendevo da tempo di leggere, “Fiori sopra l’inferno” è stato sicuramente un esordio con il botto per la giovane autrice Ilaria Tuti. Il thriller è ancora poco esplorato dagli scrittori italiani, ma nel caso della Tuti ci troviamo di fronte ad un’autrice del genere che sicuramente farà ancora parlare di sé.
“Fiori sopra l’inferno” ha la caratteristica di essere un romanzo in cui la narrativa e la caratterizzazione dei personaggi non ha nulla da invidiare ai romanzi veri e propri. E allo stesso tempo scena del crimine, killer e il mondo intorno al caso da risolvere è accuratamente dettagliato e misterioso.
Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l’esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l’inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura
Siamo su tra i boschi, e un cadavere privo di occhi viene ritrovato a Tavernì, una piccola e tranquilla comunità dove tutti si conoscono e tutti si proteggono a vicenda. Già da un primo sguardo alla scena del crimine e al modus operandi dell’assassino, il commissario Teresa Battaglia è certa di trovarsi davanti a un assassino seriale. Sarà più complesso, però, capire in che maniera e a quale scopo il killer scelga le sue vittime.
La prima parte è focalizzata sulla presentazione e analisi dei vari personaggi, a mio avviso leggermente lenta. La seconda e terza parte, invece, si concentrano sullo svolgimento delle indagini, più accattivante e intrigante della prima. Alcune pagine ci portano nel passato dove viene raccontata una storia ambientata in un orfanotrofio di cui capiremo il legame con il presente solamente nelle ultime pagine.
Interessante lo sviluppo e la crescita del commissario Teresa Battaglia, una donne non certo simpatica al primo impatto, ma che con lo scorrere della storia si impara a conoscere e amare. Altrettanto accattivante “l’assassino”, la sua storia e il suo muoversi all’interno della vicenda.
Di “Fiori sopra l’inferno” ho apprezzato molto la scena del crimine, e la psicologia dell’assassino. Però non l’ho trovato quello che definisco libro-droga, ovvero un libro che mi prende talmente tanto per la curiosità e voglia di sapere come va a finire come sono stati “Il suggeritore” di Carrisi o “Le colpe della notte” di Antonio Lanzetta. Specialmente i primi due terzi del libro sono stati con poca suspense e thrilling, invece presenti, a mio parere, solo nell’ultima parte.
E’ comunque un libro che si fa leggere volentieri e ben scritto. Adatto a chi piace il genere, ma ha anche voglia di lasciarsi cullare da un po’ di narrativa.

Fiori sopra l’inferno – Ilaria Tuti
Editore: Longanesi (TEA in economico)
Genere: Thriller e gialli
Prima edizione: 2018
Formato: Rilegato (tascabile TEA in economico)
Pagine: 372 pp.
Prezzo: 16,90 euro (5 euro in economico)
Voto: 7/ 10
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