Narrativa italiana, Recensioni
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Nero ananas (Valerio Aiolli) – Una stagione furiosa

Valerio Aiolli - Nero ananas

“[…] È la legge della presenza, dell’appartenenza. […]”, p. 12.

Con sguardo attento e sottile, ogni azione è ponderata come fosse l’ultima. Attimo dopo attimo, la tragedia si avverte più forte e il sudore inizia ad aumentare così come l’adrenalina e la rabbia. Le stesse che decidono di compiere un estremo sacrificio in nome di…

Non lo sappiamo ed è difficile intuirlo. Sicuramente coloro che fra la fine degli anni Sessanta e gli inizi dei Settanta decisero di insanguinare l’Italia con attentati, stragi e violenze di ogni tipo, dovevano avere in mente il prezzo dei loro sbagli e gestirne la faticosa discesa agli inferi.

Nella scia di un romanzo

Valerio Aiolli, comprendendone i risvolti più oscuri, scrive un libro su un tempo atroce della nostra storia usando un ritmo linguistico serrato e ricco di pietas, che rende la lettura incalzante ma, contemporaneamente, umana nella descrizione dei personaggi e nell’intrecciarsi delle loro vicende.

12 dicembre 1969, un attimo dopo la strage di piazza Fontana, estremisti di destra, anarchici, uomini di Stato, persone comuni, trasmigreranno l’impeto di quella deflagrazione direttamente nelle loro coscienze fra riflessioni, idee politiche e vicende familiari pregne di dolore e abbandono.

Un’opera di finzione che si nutre di un realtà storica terribile, in cui emerge lo sguardo di un ragazzino che si sforza di capire tutto quel caos che scompagina anche la sua famiglia fino a un drammatico epilogo in cui, ancora una volta, ogni cosa ritorna ad un’esplosione (compiuta dalla bomba ananas del titolo, ordigno a frammentazione dalle conseguenze devastanti) in cui la vita personale non può scindersi da ciò che le succede intorno.

Tirare le somme

“[…] La vita è qualcosa che quando c’è ti stordisce
e ti fa dimenticare il rumore del tempo che passa.
La vita è il sudore che si spalma sui muscoli,
è il bruciore dell’acido lattico da tenere a bada,
è il cuore che sembra salirti in gola quando il respiro accelera troppo.
Le pareti grigie fino all’altezza degli occhi e poi bianche.
I colpi sordi dei guantoni sul sacco. Le urla degli allenatori,
la gragnuola secca del punching leggero.
L’aria che quasi la vedi da quanto è intrisa di vapore tiepido e acido.
Colpisci e schiva, colpisci e schiva.
Hai tempi di reazione più lenti del necessario, a volte il colpo arriva e fa male.
Ma anche tu sei capace di far male.”, p. 111.

Ci sono pochi libri in giro che abbiano l’ardire letterario di “Nero ananas”. Sì, perché non è facile entrare in periodi oscuri della nostra vita abbinando il talento alla precisione storica e facendo di essa ottima letteratura. Soprattutto tenendo presente il controverso dibattito che accompagna certi avvenimenti.

Evidentemente, visti altri recenti celebri esempi, la letteratura italiana sente l’urgenza di interrogarsi sul passato più che sul presente, forse perché quest’ultimo ancora non si capisce dove voglia arrivare. Un esercizio fondamentale per intendere cosa siamo oggi e che italiani potremmo essere in futuro.

Editore: Voland – Collana: Intrecci – Anno edizione: 2019 – In commercio dal: 22 febbraio 2019 – Pagine: 346 pp., Brossura – Prezzo: 17 euro.

Vot.: 7,5/10.

Un ascolto/un’opera d’arte: Fabrizio De Andrè – Il bombarolo (1973); Umberto Boccioni – Carica di lancieri (1915).

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