Recensione del romanzo “La figlia della libertà” di Luca Di Fulvio, un romanzo penetrante, avvincente e commovente.
Di romanzi indimenticabili ne ho letti pochi, ma “La figlia della libertà” è senza ombra di dubbio tra i libri più belli e coinvolgenti letti di recente. Dico solo che ho divorato 600 pagine in poco più di tre giorni. Le storie di Rosetta, Rocco e Raechel entrano nel lettore delicatamente, quasi chiedendo aiuto, per trovare conforto da ciò che la vita ha tolto loro.
“La figlia della libertà” ha, per l’appunto, tre protagonisti: Rosetta, una giovane siciliana messa alle strette dal Barone del suo paese; Rocco, anche lui siciliano, figlio della malavita; e Raechel, una giovane ebrea di un paesino sperduto della Russia con la passione per la lettura.
Tutti e tre nutrono il forte desiderio di cambiare vita mossi dalla grande speranza che possa esserci un domani migliore. Anche a costo di lasciare tutto e salpare per Buenos Aires. Purtroppo non tutto si rivela semplice come previsto.
La violenza diventa il riflesso in cui si dovranno tutti e tre specchiare prima di poter tirare un sospiro di sollievo. Rosetta dovrà lottare con le unghie e con i denti per far valere il suo essere donna, capace di lavorare come qualsiasi uomo. Rocco dovrà cercare di restare un uomo onesto nonostante la mafia non riesca ad essere completamente esente dalla sua vita. E Raechel, la piccola Raechel che sognava solo un po’ di felicità, si troverà insieme a tutte le sue piccole compagne di viaggio, a crescere prima del dovuto: il mondo della prostituzione – il cosiddetto “mercato della carne” – diventa per loro l’unica realtà.
La violenza fa da sfondo a tutta la vicenda: violenza sulla donna, la violenza di certe città e la violenza in cui ci si imbatte quando si fanno le scelte sbagliate. Nonostante ciò, “La figlia della libertà” è un inno alla vita, anche quando tutto sembra sprofondare nel buio di un pozzo senza fondo e metro dopo metro si perde la voglia di arrivare a domani. In particolare, da donna, è stato doloroso leggere di come le bambine finivano nella tratta della prostituzione. Dolorose le tante scene di violenza sessuale. Erano necessarie? Sì. A mio parere Luca Di Fulvio ha fatto la scelta corretta. E’ inutile che ci nascondiamo dietro ad un dito.
Puoi approfondire il traffico della prostituzione ebraica e il Zwi Migdal con questo articolo.
Purtroppo è questo ciò che succedeva e ciò che ancora oggi succede alle tante, troppe ragazze che approdano in Paesi stranieri con la falsa speranza di una vita migliore. Proprio come le giovani che arrivano nel nostro Paese con la falsa promessa di lavorare come badanti o cameriere. Penso che ognuno di noi debba fermarsi un attimo e riflettere. Rossetta e Rocco sono italiani, proprio come noi. Lasciano la loro terra per cercare un po’ di umanità altrove. La loro storia non differisce poi così tanto dalle storie che leggiamo sui giornali tutti i giorni. Noi, come loro.
Queste tre vite si incontreranno e intrecceranno facendovi piangere, emozionare, sorridere e soffrire. Se state cercando un libro-droga, di quelli che vi lascerà incollati fin l’ultima pagina e dalle emozioni forti, ebbene, miei lettori, l’avete trovato!
Punti forti del romanzo
- narrativa scorrevole e avvincente;
- personaggi ben caratterizzati;
- storia ben costruita, invoglia il lettore ad andare avanti;
- argomento poco trattato nei romanzi.
Punti deboli del romanzo
- nonostante le 600 pagine finisce troppo presto!
- forse, in alcuni punti, certe casualità le ho trovate un po’ forzate. Ma è un romanzo, quindi ci possono stare.

Luca Di Fulvio – La figlia della libertà
Titolo: La figlia della libertà
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Prima edizione: 2019
Formato: Brossura
Pagine: 640 pp.,
Prezzo: 19,50 euro
Voto: 10/10
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