Recensione del romanzo “La felicità del cactus” di Sarah Haywood edito da Feltrinelli.
La vita può essere imprevedibile. Possono succedere eventi talmente sconvolgenti – in positivo ed in negativo – da metterci in discussione. Ed è ciò che succede Susan Green la protagonista de “La felicità del Cactus”, una quarantenne in carriera nella frenetica Londra.
Il romanzo di Sarah Haywood mi aveva incuriosito fin da quando è arrivato in libreria l’anno scorso. Tra l’uscita e l’effettiva mia lettura del libro sono passati mesi, durante i quali ne avevo sentito parlare bene. Aspettative rispettate? Non del tutto.
Susan ama la perfezione, l’organizzazione e sopratutto non ama esprimere in maniera aperta i suoi sentimenti e le sue emozioni. Non è legata sentimentalmente, se non da degli incontri programmati per il mercoledì sera con l’affascinante Richard. Incontri in cui escono, si divertono, ma che non presuppongono nulla di più dal punto di vista emotivo. Facile così, no? La possiamo definire spinosa, proprio come i suoi cactus, l’essere vivente che preferisce. E a Susan non dispiace vivere così, in solitudine, con una vita organizzata a puntino giorno per giorno.
Una donna spinosa
Eppure una telefonata da parte di suo fratello Edward cambia tutto. Con poche parole dirette le comunica la morte di sua madre. Susan non ha mai avuto un vero e proprio legame con la sua famiglia, specialmente con il fratello. Se questo non bastasse, una gravidanza non voluta – e ovviamente non programmata – scombussola l’organizzazione dettagliata della sua vita. Segreti di famiglia, incontri inaspettati e un’amica che busserà alla sua porta, renderanno la vita della nostra protagonista piena ed imprevedibile.
Leggendo la sinossi de “La felicità del cactus” lo si potrebbe catalogare come un romanzo leggero. Invece parla di temi importanti. In primo luogo l’affrontare probabilmente il lutto più importante della propria vita: la perdita della madre. E’ il ciclo naturale perdere i genitori, ma quando accade, a qualsiasi età, non si è mai veramente pronti. Lo stesso vale per Susan, nonostante le sue spine da cactus. Questo trauma la porterà a vedere con occhi diversi se stessa e il suo passato, nonché la relazione con la mamma.

Un’altro aspetto che ho molto apprezzato è stata la crescita del personaggio. La Haywood ci presenta Susan in maniera ironica, ma è un personaggio che ha sofferto fin dall’infanzia per colpa di un padre alcolizzato e violento. E’ una donna le cui spine altro non sono uno scudo per non essere nuovamente ferita. Dovrà imparare a fidarsi, a credere nell’amore e nella vita. Alla fine Susan è una donna come noi, insicura, fragile, ma non vuole mostrarsi così ad occhi estranei. La Haywood ha creato una protagonista non semplice da amare e con cui entrare in sintonia, ma sicuramente reale.
Ciò che invece non mi ha convinta è il personaggio di Rob – un amico di Edward – che entrerà in maniera importante nelle vite dei due fratelli. Diciamo che il suo ruolo l’ho trovato poco coerente con la linea iniziale della storia e si è insinuato nella vita della protagonista in maniera un po’ forzata.
Inoltre, ma è un gusto puramente personale, non amo molto i libri scritti in prima persona che si rivolgono direttamente al lettore. Preferisco più distacco tra i personaggi e me lettrice.
La felicità del cactus è un romanzo che vi farà ridere, riflettere ed anche emozionare. E’ un libro in cui l’amore, in tutte le sue forme, è il vero protagonista.
Punti forti del romanzo
- storia reale;
- personaggi ben costruiti;
- interessante l’evoluzione della protagonista:
- scrittura scorrevole e vicina al lettore.
Punti deboli del romanzo
- alcuni sviluppi narrativi un po’ forzati;
- non amo una narrativa in prima persona così diretta.

Sarah Haywood – La felicità del cactus
Titolo originale: The Cactus
Editore: Feltrinelli, I Narratori
Genere: narrativa moderna-contemporanea
Prima edizione: 2018
Prima edizione italiana: 2018
Formato: Brossura
Pagine: 368 pp.,
Traduttore: Chiara Mancini
Prezzo: 15,00 euro
Voto: 7/10
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