Classici greci e romani, Recensioni
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Le metamorfosi (Apuleio) – Di sogni sono fatte le parole

“[…] teneo te, meum lumen”.
“[…] ho te e tu sei la mia luce”.

Apul., Met. V.13.

La letteratura latina non ci ha lasciato molti romanzi o opere che si avvicinassero a questo genere così diffuso nel nostro tempo. Per i romani era più forte l’esigenza poetica o storiografica, a cui hanno dedicato esempi di ispirazione eterna. Eppure c’è stato qualcuno che ha cercato di avventurarsi nella narrativa romanzesca. Si tratta di pochi coraggiosi scrittori ante litteram, colmi di una fantasia devastante.

Il primo è certamente Petronio che con il suo Satyricon ha cercato di tratteggiare spietatamente la società a lui contemporanea, elaborando un testo giuntoci frammentato ma sempre godibile alla lettura; il secondo è l’autore di origine africana Apuleio di Madaura, creatore de Le metamorfosi o L’asino d’oro, il romanzo in questione.

I luoghi occulti della scrittura

Poco o molto sappiamo di lui. Dipende dalle notizie che riusciamo ad estrapolare dai suoi testi. Apuleio era un uomo attento alla filosofia platonica ma anche a scienze del tutto opposte, come la matematica, l’astronomia e a ciò che la curiosità poteva stimolare in un personaggio eclettico e affamato di cultura come lui.

Tutte queste caratteristiche sono presenti ne Le metamorfosi, un viaggio grottesco e magico nella triste vicenda di Lucio, giovane greco, ospite della maga Ipata, ragazzo a cui viene l’infelice idea di usare i poteri della stessa per tramutarsi in barbagianni. Operazione che gli riesce male poiché si trasforma in un asino.

Da quel momento subirà ogni tipo di avventura e vessazione lambendo un ridicolo mai volgare ma sano, in grado di farci empatizzare con le sue peripezie fino alla svolta finale e al ritorno allo stadio umano, durante una processione in onore della dea Iside, alimentandosi con le rose a lei consacrate e iniziandosi ai suoi misteri e a quelli di Osiride.

Con parole ed incanto

Fabula milesia (racconto licenzioso)? Romanzo? Narrazione nella narrazione (basti pensare alla struggente e bellissima favola di Amore e Psiche)? Chi può dirlo, gli studiosi, nel corso degli anni si sono arrovellati per cercare in tal senso una soluzione. Dal mio punto di vista, rimane un libro profondo e sincero, in cui tematiche anche complesse vengono rese accessibili ed ironiche.

Una grazia leggera, di un vento che proviene dalle profondità del mondo, ci percuote durante la lettura: quella dell’immensa cultura di Apuleio. Una formazione che traspare pagina per pagina, senza mai risultare eccessivamente  “accademica”. Leggete questo libro per commiserare voi stessi e trovare la forza di fare dei vostri difetti l’arma principale per vivere in serenità ciò che vi circonda.

Curatrice: Lara Nicolini – Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli – Collana: Classici greci e latini – Anno edizione: 2013 – Formato: Tascabile – In commercio dal: 23 marzo 2005 – Pagine: 769 pp., Brossura – Prezzo: 10,20 euro.

Vot.: 8/10.

Un ascolto/un’opera d’arte: Fabrizio De André – Ottocento (1990); Antonio Canova – Amore e Psiche (1793).

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