Recensione del romanzo “Una storia nera” di Antonella Lattanzi edito da Mondadori: la violenza domestica raccontata da un’intera famiglia.
Quando ho deciso di leggere “Una storia nera” di Antonella Lattanzi dalla pila di libri di papà, non sapevo cosa aspettarmi. Non ho nemmeno letto la sinossi. Mi sono lasciata consigliare dall’istinto. E mi ha indirizzata bene. Potrei definire questo romanzo un giallo singolare, un noir, come suggerisce il titolo. Ma non gli renderebbe giustizia. Il libro parla di violenza femminile, di un amore malato, della morte di un uomo violento. Ma “Una storia nera” è molto di più.
Vito Semeraro scompare la notte tra il 6 e il 7 agosto 2012. Padre di famiglia, è separato dalla moglie Carla da due anni. Insieme hanno avuto tre figli: Nicola, Rosa e la piccola Mara. Vito non si è mai rassegnato ad aver perso Carla nonostante l’uomo abbia sempre picchiato la moglie. I sospetti si concentrano subito sulla ex moglie, il suo nuovo compagno e sull’amante dell’uomo, Milena. L’ultima volta Vito è stato visto alla festa di compleanno di Mara. Nel caldo afoso di Roma Vito è scomparso nel nulla. Fino a quando il suo cadavere non viene ritrovato in una discarica.
Lui è geloso di qualsiasi cosa, anche dei miei pensieri, aveva detto Carla, Non è vero Vostro Onore, aveva detto lui sorridente, sicuro, le gelosia non penso sia misurabile con un metro, la gelosia ha una scala di grigi. Per cui direi che in assoluto io non sono una persona gelosa. Definirmi geloso non sarebbe la verità. Per cui lei non era eccessivamente geloso? aveva detto il giudice. La risposta è no. Sono sempre stato un ottimo marito, io, è che mia moglie esagera, le donne esagerano sempre, ecco che ci stiamo a fare noi, a farle ragionare.
La violenza domestica è raccontata da più punti di vista: la vittima, i figli e i parenti dell’accusato. Ed è stata questa la parte più interessante. L’approfondimento di come sono vissute le ripetute violenze a danno della madre da parte dei figli. Come vedono quel padre violento che pur li ama alla follia? Sono sollevati dalla sua scompara? La narrativa è calzante, quasi fosse un film. Dialoghi vivi, scrittura diretta ed essenziale. Eppure non mancano pensieri con una visione più in introspettiva delle molteplici vittime di questa storia nera. Personaggio che più di tutti mi ha colpito è Nicola e il suo senso di responsabilità nei confronti delle sorelle.
Il romanzo mi ha fatto molto riflettere su quanto sia importante farsi aiutare ed uscire da matrimoni e relazioni malati. Non esiste scusa: se un uomo alza le mani, non potrà mai vere una giustificazione. E’ un atto da condannare sempre!
L’unica nota stonata è stata la rappresentazione di zia Mimma, la sorella di Vito, di Foggia, dipinta con i peggiori stereotipi del sud. Sarebbe stato più interessante un’analisi psicologica di un parente così stretto, per di più di sesso femminile, dell’uomo violento.
“Una storia nera” nonostante il tema importante, è una lettura scorrevole e non pretenziosa. La definirei leggera, ma non troppo.
Punti forti del romanzo
- tema molto attuale;
- originale inserire i punti di vista dei figli;
- scrittura veloce e ricca di dialoghi.
Punti deboli del romanzo
- per il tema trattato forse ci voleva un approfondimento psicologico maggiore su alcuni personaggi, specialmente su Carla, vittima delle violenze;
- non ho per nulla apprezzato come viene descritta tutta la famiglia di Vito, foggiana, estremamente stereotipata.

Antonella Lattanzi – Una storia nera
Titolo: Una storia nera
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Prima edizione: 2018
Formato: Tascabile
Pagine: 252 pp.,
Prezzo: 13 euro
Voto: 7/10
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