Recensioni, Saggistica
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Tristi tropici (Claude Lévi-Strauss) – Malinconia e ricerca

“Odio i viaggi e gli esploratori […]”, p.15.

Se penso a Tristi tropici, rivado indietro agli anni dell’università. In quel periodo, frequentavo un corso di “Antropologia culturale” e Lévi-Strauss era uno degli autori maggiormente approfonditi. Forse il più grande antropologo del Novecento, mi dicevano. Rendendomi conto, dopo averlo studiato, che questa definizione era molto riduttiva.

Scrittore, filosofo, pensatore, uomo dall’immensa curiosità verso l’Uomo. Lévi-Strauss incarnava una figura di intellettuale che adesso sembra quasi scomparsa, tanto grande era la sua ampiezza di vedute espressa, magistralmente, in questo libro che fatico ad inserire in un genere specifico.

Un tormentato risveglio

Saggio? Certo. La sua esperienza fra gli indigeni del Brasile è senza dubbio una delle più belle testimonianze scientifiche sulla loro cultura. Libro di memorie? Anche. Tristi tropici è in massima parte il resoconto intimo di un percorso di crescita personale, fatto di dubbi, consapevolezze, momenti di sconforto totali.

Su un piroscafo affollatissimo, in tempi mediocri per i trasporti transoceanici, fra insidie naturali e tempi dilatati al massimo, Lévi-Strauss ha elaborato un’opera gigantesca per l’attenzione descrittiva ai luoghi visitati e per partecipazione empatica con le genti incontrate. Un racconto di formazione profondamente spirituale e sincero.

Fra i popoli che mi sono rimasti di più in mente, cito senza dubbio i Bororo di cui lo studioso francese descrive le credenze religiose e sociali. Etnia che gli darà la spinta per proseguire i suoi viaggi sempre più all’interno della regione, acquisendo nuove conoscenze.

Essere solo uomini

“Più che un percorrere, l’esplorazione è uno scavare: una rapida scena,
un angolo di paesaggio, una riflessione colta a volo […]”, pp. 45-46.

Eppure in questa spasmodica euforia, si avverte una sorta di autentica malinconia, un senso di abbandono esistenziale che porta l’essere umano a cercare comunque il senso della propria esistenza al di là della futilità della strada a cui sceglie di affidarsi. L’uomo è in continua ricerca di sé e solo gli altri possono fargli capire il peso della sua vita.

Domande, riflessioni, analisi di un tempo che può benissimo essere la proiezione dei sentimenti che ognuno di noi conserva in se stesso. Tristi tropici ci parla ancora, con freschezza e amara constatazione, della realtà che ci circonda in ogni suo aspetto, portandoci a chiedere: sarò capace di riuscire a governarla senza lasciarmi sopraffare da essa?

Traduttrice: Bianca Garufi – Editore: Il Saggiatore – Collana: Terre. Idee – Anno edizione: 2004 – In commercio dal: 27 gennaio 2004 – Pagine: 425 pp., ill., Brossura – Prezzo: 16 euro.

Vot.: 8/10.

Un ascolto/un’opera d’arte: Noir Désir – Le vent nous portera (2001); Grotte Lascaux/ Scena di caccia (15.000-20.000 anni fa).

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