Classici greci e romani, Recensioni
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Le storie (Ammiano Marcellino) – La caduta dell’impero e la sua epica

“[…] nondum tubarum cessante clangore, […]”
“[…] prima che le trombe avessero cessato di squillare […]”,
Amm., XIV.I.

All’imbrunire della storia, quando anche le parole possono svanire e l’incertezza socio-politica, dettata dalla precarietà dei tempi, emerge in tutte le sue più bieche storture, non resta che analizzare con cura ciò che si ha intorno tentando di dare ordine e senso a tutto il caos che in quel momento si sta vivendo.

Le Rerum gestarum libri dello storico latino Ammiano Marcellino sono l’ultima grande opera storiografica del mondo romano. Testimonianza preziosa, racconto incalzante sul tramonto di un impero che, di lì a poco, si trasformerà in qualcos’altro. 31 libri scritti con l’intento di proseguire le Historiae di Tacito, seppur i primi 13 della serie siano andati purtroppo persi.

Il racconto della fine

Dal principato di Nerva (96 d.C.) fino alla morte dell’imperatore Valente nella famosa e celebre battaglia di Adrianopoli, il 9 agosto del 378. Ammiano è il più grande degli storici romani di IV secolo. Grazie a lui abbiamo la possibilità di conoscere un po’ meglio le vicende personali e pubbliche di imperatori quali Giuliano l’Apostata, di capire i meccanismi che hanno portato alla politicizzazione graduale del Cristianesimo all’interno dell’impero, di immergerci nei grandi conflitti con i barbari.

Ammiano scriveva in latino nonostante fosse nato in Siria, ad Antiochia. Uomo greco ma pur sempre cives romanus, un soldato, un uomo dell’impero che ha cercato di difendere con la spada (mirabili le sue descrizioni delle tecniche ossidionali e balistiche) e la scrittura.

Eppure, nonostante le cruente battaglie, le morti e le distruzioni, la storiografia di Ammiano è sempre stata sicura che l’impero potesse reggere alla pressione dei suoi nemici interni ed esterni, con Roma saldamente al comando del mondo fino ad allora conosciuto. Un sogno tristemente franato dalla forza della realtà dei fatti.

Senza rimpianti

“Dum haec in diversa parte terrarum, Fortunae struunt volubiles casus […]”
“Mentre la Fortuna nella sua mutabilità provocava questi fatti in diverse parti del mondo […]”,

 Amm., XXII.1.

Oltre ad una grande ricchezza storica, i racconti ammianei sono fortemente evocativi, a tratti davvero poetici e pieni di intensità. Quest’ultima caratteristica fa appassionare il lettore rendendo ogni pagina colma di pathos e nostalgia, soprattutto nei riguardi della classe senatoria che all’epoca contribuì a far conoscere la sua opera.

La storia romana raggiunge nelle Res Gestae di Ammiano il suo ultimo ruggito storiografico. Un verso sommesso ricoperto da una coltre oscura di inquietudine, ma attento alla gloria di uomini che, grazie anche ai loro difetti, hanno cercato di mantenere in piedi, tra tanti sforzi, l’orgoglio per il proprio passato.

Curatore: Antonio Selem – Editore: UTET – Collana: Classici latini – Anno edizione: 2007 – In commercio dal: 3 luglio 2008 – Pagine: 1166 pp., Brossura – Prezzo: 13,90 euro.

Vot.: 10/10.

Un ascolto/un’opera d’arte: Van Der Graaf Generator – House with no door (1970); Robert Rauschenberg – Almanac (1962).

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