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La casa delle voci, Donato Carrisi

la casa delle voci

Recensione del nuovo romanzo di Donato Carrisi “La casa delle voci”. Un thriller psicologico che fa luce sui luoghi bui della nostra infanzia.

Lo ammetto. Ho ceduto quasi subito al richiamo del Maestro Carrisi. Quando è arrivato in libreria “La casa delle voci” l’ho preso e ripreso in mano per una settimana. Mi ero ripromessa di aspettare, di essere forte, di terminare lo smaltimento dei 120 e passa libri che ancora stanno aspettando di essere letti da anni. Eh no, non ce l’ho fatta. La tentazione è stata troppo forte. E in tre giorni ho divorato questo thriller insolito.

Dico insolito perché “La casa delle voci” è più un romanzo psicologico con sfumature horror. Non il thriller alla Carrisi a cui siamo stati da anni abituati. Thrilling ne ho trovato poco. Sorprese pure. Lo sto bocciando? No, assolutamente! Ma sarà che deve ancora passarmi la cotta per “Il suggeritore”, sarà che nel 2019 ho letto thriller-droga migliori (a tal proposito vi consiglio “Il manoscritto”). Insomma, bel libro, piacevole, ma non indimenticabile.

Attenzione! Se state cercando la spiegazione al finale de “La casa delle voci”, la troverete a fine recensione. Il resto dell’articolo NON contiene spoiler!

Trama

Gli estranei sono il pericolo. Fidati soltanto di mamma e papà.
Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso protagonisti di eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui la polizia si serve per le indagini.
Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini.
Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta.

Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha un disperato bisogno di Pietro Gerber.
Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci».

“La casa delle voci” ha come protagonista l’inconscio dei bambini, un luogo in cui spesso verità e fantasia rischiano di confondersi. Compito di Pietrol’addormentatore di bambini – è proprio quello di fare luce sulla psiche dei più piccoli attraverso la tecnica dell’ipnosi. Un giorno Pietro riceve una chiamata dall’Australia dove una sua collega chiede di prendere in cura Hanna, una sua paziente, che afferma di aver ucciso il fratellino quando era bambina e viveva in Italia. Pietro dovrà riuscire a far emergere la bambina che Hanna è stata per poter comprendere cosa davvero è successo nella casa delle voci. Ma Hanna ha più di un segreto e spesso il ruolo di paziente si mescola con quello del medico e viceversa. Chi sta curando chi?

Il tema principale de “La casa delle voci” è estremamente interessante: la tecnica dell’ipnosi mi ha da sempre affascinata. Si è davvero immersi nel proprio inconscio? Come fanno i ricordi ad emergere? Dal momento in cui Pietro addormenta Hanna inizia tutta la parte onirica del romanzo. Carrisi è il Maestro delle parole, degli inganni, dei tranelli. Riesce a trasportare il lettore nell’inconscio più profondo di Hanna, e tra i molteplici luoghi bui di Pietro.

Per un bambino la famiglia è il posto più sicuro della terra. Oppure, il più pericoloso.

Ed è qui che ruota tutto il mistero, tutto il silenzio e l’oblio di Hanna: la casa delle voci, il cui nome farebbe venire i brividi a tutti, è il luogo sicuro del nucleo famiglia della piccola. Un luogo in cui tutta l’innocenza di Hanna – che ama chiamarsi con nomi delle principesse – la rendono una bambina felice. Deve solo seguire 5 regole, fidarsi di mamma e papà e non seguire per nessuna ragione gli estranei.

donato carrisi

Leggi anche la recensione de “L’ipotesi del male” di Donato Carrisi

Quindi, in cosa Carrisi non mi ha convinto? La sensazione che ho avuto è stata quella di leggere una storia scritta un po’ in fretta dove si poteva descrivere meglio alcune situazioni e personaggi. Per non parlare di come si è arrivati al finale: troppi interrogativi lasciati senza risposte (lo so, il bello è anche quello, ma non mi ha convinto). Di positivo ha che è un thriller leggero adatto a tutti: mancano le immagini forti – che invece adoro – dei suoi precedenti romanzi, non è di sicuro un thriller ansiogeno.. insomma.. un libro da compagnia che vi farà dormire tranquilli, ecco.

Un’altra nota dolente che mi sento di riportare è il rapporto editing – prezzo. Ora, €22 per un libro impaginato con uno spazio dal bordo pagina che supera anche i 5cm mi sembra eccessivo. Impaginato normalmente il libro non avrebbe superato le 150 pagine.

Punti forti del romanzo

  • scrittura magnetica,
  • trama accattivante,
  • storia lineare,
  • libro adatto a tutti

Punti deboli del romanzo

  • a metà libro si intuiva il finale,
  • rispetto ad altri di Carrisi manca completamente la componente thrilling,
  • prezzo molto alto

Se “La casa delle voci” vi ha incuriosito, ecco alcune pagine da sfogliare


la casa delle voci

Editore: Longanesi
Genere: Thriller e gialli
Prima edizione: 2019
Formato: Rilegato
Pagine: 400
Prezzo: 22 euro

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Attenzione spoiler! Non andate oltre la sezione se non avete ancora letto il romanzo

Quindi, come finisce “La casa delle voci”? Eh, bella domanda! Carrisi è il Maestro degli inganni e secondo me qui ci ha ingannato tutti. A mio parere tutto ciò che abbiamo letto era la seduta di ipnosi fatta su Pietro da Hanna – la collega australiana. Il “regalo” lasciato dal padre, le sue ultime parole, altro non erano che il codice di risveglio per l’ipnosi. Ora, ovviamente non so né quando è iniziata, né esattamente come. E forse non lo sapremo mai..

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Instancabile lettrice, nipponista da sempre, attualmente dottoranda! Viaggio, fotografo, studio le tombe decorate del Giappone antico. Amo l'inverno, il tè, l'Asia, i biscotti. Ho un cane salsiccia e un fortunadrago in miniatura. Leggo, sorrido, vivo! Quanti segnalibri darò alle mie letture?

4 Comments

  1. Francesco says

    Carrisi è di sicuro un genio del thriller, ma questo libro ha in parte deluso anche me. Mi aspettavo qualcosa di molto di più..

    • Claudia Zancan says

      Ciao Francesco! Sì, secondo me questo romanzo rispetto a “Il suggeritore” ha una trama più debole.. però è stato comunque piacevole 🙂

  2. Laura says

    Sono entrata in questo sito per leggere la spiegazione del finale del libro. L’idea è geniale ma ci sono dei buchi. ATTENZIONE SPOILER: Pietro associa a quel “dieci” all’odio del padre nei suoi riguardi, perché? non dovrebbe essere il contrario se mai? Un’altra cosa Hanna risulta essere una famosa biologa, da quando ora è psicologa? Magari non è Hanna la psicologa ma Theresa Walker se mai la collega.

    • Claudia Zancan says

      ATTENZIONE SPOILER!
      Ciao Laura! secondo me uno dei punti deboli di questo romanzo è proprio che si parte da un’idea geniale per poi finirlo come se Carrisi avesse avuto fretta di portarci al finale. Se devo essere sincera.. non sono sicura di aver del tutto compreso il finale. E’ un po’ troppo lasciato all’immaginazione del lettore. Abbiamo letto tutta una seduta di analisi di Pietro? Chi è il suo (o la sua) terapeuta?

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