“E così mi ritrovai cieco, indovino e in grado di vivere
un tempo praticamente infinito.” p. 20.
Poche pagine che sembrano scritte come un’epigrafe su pietra. Lasciata maturare al sole o fatta bagnare impercettibilmente sotto le intemperie del tempo. Parole che diventano monito, riflessioni, sentenze per il nostro spirito e che non appassiranno mai. La “Conversazione su Tiresia” va al di là di qualsiasi dimensione spaziotemporale, per farsi racconto infinito.
È ancora vivo il ricordo della scomparsa di Camilleri e molti rimpiangono la grande umanità che contraddistingueva il suo pensiero. Caratteristica presente in questo piccolo monologo sulla figura dell’indovino di origine tebana Tiresia, che con l’autore condivideva la triste sorte d’esser non vedente. Personaggio mitologico su cui la grande letteratura classica e non ha sempre cercato di riflettere.
Il disvelamento della verità
Questa empatica e coltissima conversazione sulla sua vita attraverso gli autori e i testi che se ne sono occupati nel corso degli anni, simile ad una galoppata su un sentiero erboso fatta in sella ad un destriero scontroso, vuole ricordarci quanto la scrittura possa avere anche la capacità di andare oltre se stessa, per diventare strumento di lettura del futuro.
Camilleri e Tiresia sono la stessa persona nella realtà dolorosa della cecità e lo stesso personaggio nel palcoscenico fittizio del teatro. Quanto quest’ultimo sembri, invece, più vicino alla vita vera, è ancora un mistero che la letteratura (in particolare quella siciliana, basti pensare a Pirandello) ha cercato di descrivere fin dalla sua nascita.
Tiresia compare già nell’Odissea, interrogato da Ulisse nell’Ade; è presente nella Commedia dantesca, dove è posto fra i fraudolenti reo soprattutto di aver ingannato le persone con le sue false profezie; ritorna nella letteratura contemporanea, in T. S. Eliot su tutti, fino a Camilleri che ne canta il triste destino speso ad intuire i particolari più vari dell’eternità umana.
Restare per sempre
“[…] ho sentito l’urgenza di riuscire a capire cosa sia l’eternità [..]”, p. 55.
Dall’antichità ai giorni nostri, l’uomo ha ogni volta cercato di intuire se potesse esserci un modo per lasciare una traccia nella memoria degli altri. Si è sforzato di costruire monumenti, di creare opere artistiche immortali, di scoprire nuove vie per curarsi, di scrivere. Sì, la “Conversazione su Tiresia” è soprattutto un elogio delle possibilità sconfinate della parola.
Voce autentica dell’anima di Camilleri, il cui ricordo rimarrà nelle sue opere e nella caparbietà dimostrata nel superare i limiti materiali della nostra condizione esistenziale. In che modo? Mostrandosi semplicemente uomo fra gli uomini, eterno fra gli eterni.
Editore: Sellerio Editore Palermo – Collana: Il divano – Anno edizione: 2019 – In commercio dal: 1 febbraio 2019 – Pagine: 64 pp., Brossura – Prezzo: 8 euro.
Un ascolto/un’opera d’arte: Franco Battiato & Giuni Russo – Strade parallele (Aria siciliana) (1994); Antonello da Messina – Annunciata (1475).

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