Narrativa straniera, Recensioni
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Il ballo (Irène Némirovsky) – Cercare la pietà nella disperazione

“Il ballo” è un racconto che pulsa alle tempie fin dalle prime righe. Una storia fatta di rapporti umani crudi e sinceri, una scrittura precisa come la punta affilata di un coltello. Un’ottantina di pagine che hanno come protagoniste due donne: la giovanissima Antoinette Kampf e sua madre Rosine, due persone oppresse dall’angoscia di farsi accettare dalla società parigina nonostante la loro agiata condizione sociale. Ma non è sempre stato così.

Rosine, insieme al marito, diventa molto ricca  grazie all’impegno personale dei propri sacrifici, ma anche grazie a una certa dose di fortuna che li aiuta ad emanciparsi dalla loro condizione disagiata per ritrovarsi ad amministrare qualcosa che sembra sempre sfuggir loro di mano. Il successo? Il riconoscimento sociale? L’ambizione di potersi arricchire ancora di più?

Abiezione e affetto

Tutto questo, certo, ma non basta. Il materialismo legato a questi atteggiamenti è soltanto una sciocca attenuante. In realtà, tutti i protagonisti di questo libro cercano se stessi, in un perpetuo processo di riconoscimento che sembra sempre sfuggire, perso nelle debolezze personali e nei risentimenti domestici, a volte al limite della nevrosi.

Un ballo dunque. Un semplice evento che dovrebbe condensare tutto il meglio (e il peggio, aggiungerei) della società parigina. Centinaia di inviti, preparativi sfarzosi, cura maniacale dell’apparire. Se da un lato Antoinette rappresenta il lato romantico dell’evento con la sua ambizione di parteciparvi nonostante la giovane età; dall’altro Rosine ne è il perfetto opposto, affamata com’è di poter affermare la sua ricchezza.

Fino a ritrovarsi sole, entrambe nelle braccia dell’altra, a contemplare la loro misera condizione umana di fronte alla spietatezza e all’indifferenza del loro modo di rapportarsi e di conoscersi. Solo allora un dolore profondo, somatizzato all’estremo emerge sottolineando la fragilità di due donne vittime dei loro limiti, capricciose, tragicomiche.

Ritrovarsi nudi

Questo piccolo romanzo non si sofferma, però, solo su queste problematiche due figure femminili. Riesce ad andare oltre, per parlare di quelle piccolezze che non sappiamo tenere a freno perché troppo arroganti. Indaga i caratteri più nascosti del male che alberga in ognuno di noi per farci capire come, in certi casi, non siamo che rapaci persecutori delle nostre abiezioni.

“Il ballo” è scritto con grande modernità e senso del tempo interiore. Spezzettato nelle sue più piccole banalità caratteriali. Egocentriche, narcise, meschine. Il tutto sta nel saperle affrontare. Antoinette e Rosine lo fanno tornando pienamente madre e figlia attraverso un gesto spontaneo, quasi insulso. E noi, invece?

Traduttrice: Margherita Belardetti – Editore: Adelphi – Collana: Piccola biblioteca Adelphi – Edizione: 7 – Anno edizione: 2005 – In commercio dal: 4 maggio 2005 – Pagine: 83 pp., Brossura – Prezzo. 9 euro.

Un ascolto/un’opera d’arte: Francesco De Gregori – Rimmel (1975);  Antonio Canova – Venere e Adone (1794).

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