Narrativa straniera, Recensioni
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La città e i cani (Mario Vargas Llosa) -Con violenza e pietà

“La vita militare è fatta così,
non ha rispetto per nessuno, nemmeno per gli angeli”
, p. 58.

“[…] che per un uomo i coglioni sono più importanti dell’anima”. , p. 65.

Dentro il Collegio militare “Leoncio Prado” di Lima, la vita sembra regredire alle leggi elementari della sopravvivenza. Ciò che conta è proteggere se stessi a tutti i costi, evitare inutili sentimentalismi, pensare a salvarsi da un universo fatto di abusi e meschinità mascherate da presunte velleità educative.

Cadetti e ufficiali sono le facce della stessa, polverizzata, umanità. Ognuno di loro ha oltrepassato la linea dell’orrore. C’è chi è riuscito a vincerla, immedesimandosi in essa; c’è chi invece non ha potuto che rimanerne vittima facendo esplodere, col suo sacrificio, tutte le contraddizioni del contesto socio-politico in cui ha vissuto e che, alla fine, lo ha ucciso.

Non solo quello del Collegio, ma anche della città che lo accoglie. “La città e i cani”, appunto. Una Lima povera, con donne malinconiche bellissime, percorsa da profonde disuguaglianze, in cui solo alcuni cercano di conservare l’autenticità dei propri sentimenti, mentre altri non fanno che abbeverarsi alle sorgenti malsane della delinquenza.

Solo ragazzi

Il romanzo segue questi figli della disperazione e della menzogna nel loro percorso di formazione, passo dopo passo, soffermandosi sulle loro idee e dando sfogo alle loro perversioni più voraci. Molti di loro non hanno speranza di salvezza, imbastarditi dalla vita militare e dall’assenza affettiva delle proprie famiglie. È il caso di due ragazzi: il Giaguaro e il Boa, entrambi espressioni  di un’umanità malata, cattiva e assassina.

Pochissimi cadetti, invece, lavorano per non diventare “cani” e preservarsi persone. Alberto Fernández e Ricardo Arana, rispettivamente “Il poeta “ e “Lo Schiavo”. Il primo con velleità letterarie, fantastica sulle vite dei suoi compagni usando la scrittura come luogo per isolarsi dalla coercizione che ha intorno; il secondo, il più fragile, il più sensibile di tutti, vive fino alla morte per ritrovare un amore che non lo ha mai tenuto in considerazione.

Tra loro, ufficiali come il tenente Gamboa, sembrano conservare ancora qualche barlume di buonsenso, cercando di mitigare le continue violenze con atteggiamenti più responsabili, stando accanto ai ragazzi e ascoltando le loro inquietudini pur mantenendo ferree le distanze gerarchiche del caso.

“La città e i cani” è il libro della formazione di una nazione allo sbando. I ragazzi più poveri incontrano quelli benestanti ma tutti provengono dalla stessa sofferenza. Quella di un Però vessato da una profonda crisi economico-politica, quasi sull’orlo del collasso sociale, alla ricerca drammatica di un’identità.

Traduttore: Enrico Cicogna – Editore: Einaudi  – Collana: Einaudi tascabili. Scrittori – Anno edizione: 2016 – Formato: Tascabile – Pagine: 395 pp. –  In commercio dal: 8 gennaio 2016


 

Parola-Segnalibro: #crescita.

Un ascolto/un’opera d’arte: Afterhours – Costruire per distruggere (2012); Robert Capa – Soldati americani a Troina, in provincia di Enna, nei pressi della cattedrale di Maria Santissima Assunta (dopo il 6 agosto 1943).

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