Narrativa italiana, Recensioni
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“La coscienza di Zeno” di Italo Svevo – L’esplosione del pensiero

Le ragioni della scrittura

Italo Svevo era un artigiano della parola. Scalpellava quotidianamente su carta le sue idee facendo una fatica assurda, fisica. Uno sforzo della carne e della mente votato ad assecondare i richiami di un talento grezzo, mai pienamente cristallino. Nella letteratura italiana, la scrittura sveviana si pone in trincea, quasi stesse per iniziare un battaglia improvvisa, pronta al combattimento intellettuale.

Simbolo di questa condizione è il suo ultimo grande romanzo, “La coscienza di Zeno”. Un libro dalla visionarietà strabordante, profetico, figlio dei tempi elettrici in cui è stato faticosamente pensato. In fondo, siamo quasi tutti Zeno Cosini: pieni di nevrosi, profondamente riflessivi, paranoici, assetati di cultura.

In questo turbine di parole e flussi di una coscienza inquieta, “La coscienza di Zeno” assorbe le migliori idee del primo Novecento (letterarie, psicoanalitiche, scientifiche, artistiche) riassumendole nella vicenda esistenziale del protagonista, scisso fra la voglia di diventare davvero un uomo e quella di rimanere fermo nelle sue problematiche.

Lottare con la cultura

Grande influenza nella stesura del libro ebbe il genio di James Joyce, scrittore che Svevo incontrò a Trieste e con cui strinse un bel rapporto personale. Le sue teorie sul flusso di coscienza sono riflesse nel romanzo in maniera originale, facendo diventare Zeno il portavoce di un mondo ormai al tramonto (quello ottocentesco) e il primo testimone di un altro aperto alla furia della modernità (gli inizi del Novecento).

Il finale, dalla forza cinematografica devastante, preannunciando una sorta di apocalisse per l’umanità e per il mondo, in realtà anticipa quello che attualmente stiamo vivendo: una situazione esistenziale del tutto ambigua, in cui non ci sono più certezze individuali e tutto sembra svanire nel relativismo delle passioni: culturali, sentimentali, tecnologiche etc.

Tuttavia da questa implosione può nascere la spinta per resettare tutto e consentire alle nostre vite di esplodere servendoci al meglio delle nostre capacità e mettendole a disposizione degli altri. “La coscienza di Zeno” è l’anima di un universo che deve interrogarsi su se stesso per migliorare giorno dopo giorno.

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Ho letto questo libro con grande voracità. Nonostante la scrittura non sia sempre scorrevole, si è rivelato uno di quei testi che l’umanità deve conservare gelosamente nella sua immaginaria biblioteca letteraria. Con esso si capisce lo scarto e l’avvicedamento di due mondi, entrambi figli dello scorrere irrefrenabile dell’esistenza.

Curatore: Gabriella Contini – Editore: Mondadori – Collana: Oscar moderni – Edizione: 4 – Anno edizione: 2016 – Formato: Tascabile – In commercio dal: 18 maggio 2016 – Pagine: 406 pp., Brossura – Prezzo: 14 euro.

Parola/Segnalibro: #visione.

Un ascolto/un’opera d’arte: Broken Bells – Vaporize (2010); Renè Magritte – Il falso specchio (1928).

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2 Comments

  1. Stefany Jhoana Restrepo Ochoa says

    Ho adorato questo libro è la descrizione che fai è fatta benissimo. Concordo in pieno sulle parti di scrittura un poco difficili da capire, ma alla fine ne vale la pena

    • Gaetano Panetta says

      Ti ringrazio. La bellezza di questo testo sta proprio nel suo essere “imperfetto”.

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