Invisibile è il mondo
Costretti ad un’improvvisa paralisi visiva gli uomini, le donne e i bambini di “Cecità” vagano senza meta dentro un mondo che poco prima conoscevano benissimo e al cui interno si muovevano con scioltezza, alternando gesti di solidarietà ad azioni deprecabili, indifferenza a filantropia. Gesti che ognuno di noi fa nel suo piccolo ogni giorno.
La repentina immersione visiva in una realtà bianca e lattiginosa, costringe alcuni di loro a frenare gli istinti più biechi e a riflettere sulla propria condizione esistenziale; mentre altri fanno emergere le bestialità più nascoste del loro carattere, divenendo violenti e prevaricatori con tutti gli altri. Si tratta di un’umanità ai confini della morale.
Cosa le succede quando perde le sue funzioni essenziali e sbatte contro la sofferenza? Saramago nel libro ne fa un racconto impietoso, molto spesso sarcastico ed ironico, ricco di commiserazione personale quasi stesse descrivendo da cronista esperto una catastrofe che solo apparentemente sembra colpirlo da vicino.
Un lungo percorso verso la luce
Tutti non vedono tranne una donna, l’unica che guida un ristretto gruppo di persone verso la custodia dei sentimenti e la voglia di restare umani. Non credo sia casuale che lo scrittore portoghese l’abbia scelta per “Cecità”. Porre il genere femminile a guida dell’Uomo, sottolinea la visionarietà dello stesso e la sua innata tendenza a prendersi cura del prossimo.
Vari personaggi si muovono inerti fra le strade di questa apocalisse. Ragazze, anziani, uomini senza scrupoli e vecchie dal sapore mefistofelico che alla fine si rivelano anche loro vittime della crudeltà umana. Per Saramago sembra che tutti abbiano bisogno di pietà e carezza, nonostante gli errori che compiono.
Solo alla fine, fra scene orrorifiche e momenti di abbandono personale, ognuno di loro riacquisterà pian piano la vista, il senso principale che ci dà la cognizione del mondo, quello che ci permette di assaporarne la bellezza. Un traguardo raggiunto attraverso la consapevolezza di aver toccato il fondo.
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“Cecità” è un libro che toglie il respiro per il ritmo serrato della scrittura e la sua capacità di descrivere la nausea, il senso di disgusto che si accompagna al raggiungimento del deprecabile. Saramago ci fa capire quanto possiamo facilmente perdere la nostra nobiltà d’animo, dandoci una lieve speranza di poterla raggiungere solo con l’impegno di prodigarsi per il prossimo. Ci riusciremo?
Traduttrice: Rita Desti – Editore: Feltrinelli – Collana: Universale economica – Anno edizione: 2013 – Formato: Tascabile – In commercio dal: 25 febbraio 2013 – Pagine: 288 pp. – Prezzo: 10 euro.

Parola/Segnalibro: #vista.
Un ascolto/un’opera d’arte: Elisa – Luce (2000); Amedeo Modigliani – La bambina in azzurro (1918).
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Devo ancora leggere qualcosa di Saramago, ma tutti parlano benissimo di “Cecità”. Mi consigli di iniziare da questo per conoscere l’autore?
Certo, può essere un buon libro per iniziare a conoscerlo. Ne vale la pena, credimi.
Comprato al volo e letto , dolcissimo e allo stesso tempo tanto crudo da fare male .adesso voglio leggere altro dell’ autore , consigli ?
Cristina
Ciao Cristina! Concordo con le tue parole. Sicuramente ti consiglierei “Il vangelo secondo Gesù Cristo”, libro bellissimo.