Recensioni, Saggistica
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“Il senso delle cose” di Richard Feynman – Del dubbio

Porsi domande


“Lo Stato non può pronunciarsi sulla validità di dottrine economiche,
storiche, religiose o filosofiche. Ha invece il dovere verso i suoi cittadini
di mantenere le libertà, e di permettere a ciascuno di contribuire all’avventura
e al progresso del genere umano.”, p. 65.

Il punto di vista di uno scienziato è sempre caratterizzato dalla presenza costante del dubbio. Un esercizio interiore che egli riflette non solo nel suo mestiere ma anche nella realtà che gli sta intorno. “Il senso delle cose” racchiude perfettamente questo atteggiamento facendoci conoscere la visione del mondo di uno dei più importanti fisici del Novecento: Richard Feynman.

Tre conferenze, tre discorsi in cui l’incertezza è sfumata in campo scientifico ed etico, lambendo temi che appartengono a tutti noi, basti pensare alla religione con la quale Feynman intraprende un dialogo rispettoso e garbato. Cauto nel porsi nei confronti di problematiche che ancora oggi creano dibattiti accesi.

L’esercizio della ragione e dei suoi limiti, all’interno del cammino del pensiero umano, va fatto con obiettività ed onestà. Quest’ultima è la parola fondamentale del lessico dello scienziato. Non a caso i fanatismi nascono nel momento in cui non si ha il coraggio di riconoscere le proprie debolezze serenamente.

Giudici del proprio destino

La scienza deve porsi sempre il raggiungimento del bene e le sue scoperte non devono far altro che aiutare l’umanità a progredire. Gli scienziati sono uomini come noi. Riflettono, sbagliano, tornano sulle loro ipotesi, ne elaborano di nuove. Si fermano quando le idee non tornano per capire meglio i limiti dei loro ragionamenti.

Ed è allora che il mondo scientifico si confronta con altri campi: quelli legati alla fede, alla politica, all’etica. “Il senso delle cose” rivendica il diritto a non dare nulla per scontato attraverso l’esercizio del confronto e del dialogo, prima di tutto attuato nei confronti di se stessi e del proprio bagaglio esperienziale.

È in questo percorso che potrebbe insinuarsi il fascino del male e la sua attuazione. La scienza se da un lato può benissimo andare oltre la morale, dall’altro deve impegnarsi per evitare che i suoi strumenti possano recare dolore e portare alla catastrofe. Per farlo servono rettitudine, amore per il prossimo, buonsenso.

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Ho imparato molto da queste poche pagine e confesso che avrei voluto immergermi ancora più a fondo dentro il pensiero di Feynman. La limpidezza e l’umiltà con cui si pone davanti alla complessità umana, mi hanno fatto capire la necessità di rimanere fedeli a se stessi cogliendo “Il senso delle cose” di ognuno di noi. E non mi sembra poco.

Traduttrice: Laura Servidei – Editore: Adelphi – Collana: Gli Adelphi – Anno edizione: 2012 – Formato: Tascabile – In commercio dal: 6 giugno 2012 – Pagine: 124 pp, Brossura – Prezzo: 10 euro.

Parola/Segnalibro: #pensare.

Un ascolto/un’opera d’arte: Lana Del Rey – Gods and monsters (2012); James Marsh – La teoria del tutto (2015).

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2 Comments

  1. Federica says

    Condivido ogni singola tua parola! Ho letto questo libro un mese fa e mi è piaciuto tanto, grazie per la tua recensione.

    • Gaetano Panetta says

      Grazie a te! Sì, è un libro apparentemente semplice ma pieno di spunti ed idee.

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