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Ebano, Ryszard Kapuscinski e la sua Africa

Ebano

Recensione del saggio “Ebano” del giornalista polacco Ryszard Kapuscinski.

L’Africa è un continente che mi attrae e respinge. Sono affascinata dall’idea di savane sconfinate, leoni, giraffe, elefanti, tribù. Eppure mi spaventa la violenza di cui sento spesso parlare nei telegiornali: guerre civili, torture, fondamentalismo. Dell’Africa ho questa immagine stridente di culla della nostra specie umana – Mamma Africa – e allo stesso tempo luogo maledetto in cui si piange sangue. Il saggio “Ebano” di Ryszard Kapuscinski ci trasporta in un viaggio nell’Africa pura, in cui il giornalista racconta senza pregiudizi i suoi lunghi anni di lavoro come corrispondete per la Polonia dal continente nero.

Trama

Ryszard Kapuscinski si cala nel continente africano e se ne lascia sommergere, rifuggendo tappe obbligate, stereotipi e luoghi comuni. Va ad abitare nelle case dei sobborghi più poveri, brulicanti di scarafaggi e schiacciate dal caldo, si ammala di malaria cerebrale; rischia la morte per mano di un guerriero. Kapuscinski non perde mai lo sguardo lucido e penetrante del reporter e non rinuncia all’affabulazione del grande narratore.

Immagini di Africa, quasi come cartoline che Kapuscinski invia a noi lettori per far scoprire scorci di un continente nel pieno del cambiamento. “Ebano” è sì il racconto oggettivo di un giornalista, ma si può leggere anche tutto lo stupore, la voglia di conoscere di Kapuscinski dell’Africa e del suo popolo. Ma l’Africa, come lo stesso autore scrive, non si può racchiudere in poche pagine. Ed è per questo che ho apprezzato molto “Ebano” perché è un ottimo saggio per avere una prima immersione in una cultura a me ancora sconosciuta.

Tra le notizie che mi capita di leggere trovo talvolta quella di un bambino che, in America on in Europa, spara a un altro bambino, o quella di un bambino che uccide un coetaneo o un adulto. Di solito queste informazioni sono accompagnate da espressioni di spavento e d’orrore. Ebbene in Africa sono anni e anni che i bambini ammazzano in massa altri bambini. Oggi le guerre su questo continente sono praticamente tutte guerre tra bambini.

“Ebano” è anche il racconto sul campo delle guerre per l’indipendenza di alcuni stati Africani, la storia di alcuni personaggi che hanno fatto la storia dell’Africa (e non sempre in bene). Si parla del colpo di Stato in Nigeria del 1966, della guerra civile in Ruanda che portò al genocidio del 1994, governi corrotti, del colpo di Stato di Idi Amin in Uganda. E poi “Ebano” parla di noi, i bianchi, gli Europei che hanno colonizzato e forse rovinato per sempre il continente africano. Si percepisce quasi una paura costante degli africani nei confronti dei bianchi e specialmente degli europei.

africa sub sahariana

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Mi sono spesso chiesta come sarebbe stata l’Africa senza noi Europei, senza la deportazione degli schiavi nelle Americhe, senza lo sfruttamento di risorse da noi imposto. Tutte le guerre civili ancora in atto, sono frutto di un nostro errore del passato o l’Africa avrebbe comunque subito la grande povertà, i problemi sociali, la violenza che la soffoca?

In che cosa consiste questa attesa passiva? La gente vi sprofonda ben sapendo ciò che avverrà, per cui cerca di mettersi più comoda possibile, nel posto migliore. A volte si sdraia, a volte si siede per terra, su una pietra, a volte si accovaccia. Smette di parlare. La torma degli esseri in attesa passiva è muta. Non emette alcun suono, tace. I muscoli si rilassano. La figura si assottiglia, si affloscia, si rattrappisce. Il collo si immobilizza, la testa si fa immota. L’uomo non si guarda attorno, non osserva, non manifesta curiosità. Spesso, ma non sempre, tiene gli occhi chiusi. Gli occhi di solito stanno aperti, ma lo sguardo è vitreo, senza una scintilla di vita

Dalle parole di Kapuscinski assaporiamo anche un’Africa dove il sole e il deserto sono onnipresenti con la loro ombra di pericolo che accompagna il viaggiatore. La natura da una parte abbraccia e conforta il giornalista, dall’altro lo mette sempre in guardia: non puoi sbagliare nella natura africana. Popoli e tribù che vivono a stretto contatto con il caldo soffocante, il nulla e la morte del deserto, stregoni e riti ancestrali.

“Ebano” è stato un viaggio difficile, ma affascinante in un continente che spero prima o poi di visitare. Questa è la seconda lettura da me scelta per la seconda tappa della nostra challenge di Instagram #ilgirodelmondoin12letture .

Lo consiglio a chi ha voglia di viaggiare senza pregiudizi, pronto ad un sorriso come ad uno sgambetto, a chi ha lo stomaco per leggere le crudeltà dell’uomo, e a chi vuole conoscere tanti popoli diversi raggruppati sotto lo stesso sole cocente.


Ebano

Ryszard Kapuscinski – Ebano

Titolo originale: Heban
Editore: Feltrinelli
Genere: narrativa di viaggio
Prima edizione: 1998
Prima edizione italiana: 2000
Formato: tascabile
Pagine: 288 pp.,
Traduttore: Vera Verdiani
Prezzo: 9,50 euro

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Instancabile lettrice, nipponista da sempre, attualmente dottoranda! Viaggio, fotografo, studio le tombe decorate del Giappone antico. Amo l'inverno, il tè, l'Asia, i biscotti. Ho un cane salsiccia e un fortunadrago in miniatura. Leggo, sorrido, vivo! Quanti segnalibri darò alle mie letture?

2 Comments

  1. Silvia says

    Hai ragione! Ebano ti fa proprio vivere l’Africa in tutte le sue forme!

    • Claudia Zancan says

      😀 sì, infatti mi ha fatto venire voglia di un bel viaggio africano!

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