Poesia, Recensioni
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“Tu sei l’erba e la terra” di Antonia Pozzi – Semplicemente una donna

“Stanotte un sussultante cielo/malato di nuvole nere/
acuisce a sprazzi vividi/il mio desiderio insonne/
e lo fa duro e lucente/ come una lama d’acciaio.”, Lampi, p. 13.

Il verso inerme

Antonia Pozzi non era di questo mondo. Lontana da ogni tipo di mondanità, immersa in una natura contemplata con rabbia e dolcezza, aveva un animo che apparteneva al cielo di tutti gli universi, fatto di stelle antichissime e di luci più moderne, piene di quel vibrante fuoco primordiale che appartiene al primo sibilo della creazione.

“Tu sei l’erba e la terra” è una raccolta che tenta di racchiudere le più belle poesie d’amore scritte nella sua brevissima vita di poetessa. Si tratta di una letteratura allo stesso tempo piena di fragilità e passione. Una parola che si immerge nelle viscere della contraddizione amorosa tentando di capirne il senso.

L’impossibilità di amare un uomo irrangiungibile viene descritta con sofferenza e grazia, cercando di trovare un margine di serenità nella relazione con una natura che fa parte del suo corpo così come della sua anima, fino ad arrivare ad una sorta di immedesimazione reciproca, tipica di certe metamorfosi mitologiche dell’antichità classica.

Il verso infuocato

Nella letteratura italiana, la poesia è sempre stato un canale di comunicazione fondamentale, fatto soprattutto di intimità personali e attenzione verso la situazione storica in cui veniva elaborata. In quella della Pozzi quest’ultima dimensione non c’è, sebbene abbia vissuto in anni allo stesso tempo bui e frenetici (i primi quarant’anni del Novecento).

Nonostante questo, in “Tu se l’erba e la terra” è avvertibile una certa tensione che è anche “sociale”. Uno spazio dell’anima dove convivono i propri tormenti sentimentali e un certo sentire dei tempi che stanno vivendo. D’altronde non può essere diversamente. I poeti avvertono prima di tutti la tensione della vita che li circonda.

Accanto a poesie che chiedono, da parte della controparte amorosa, l’accettazione dell’autrice così com’è, donna riflessiva e sensibile; ci sono poesie che reclamano, anzi, gridano la voglia di liberarsi da questa continua sofferenza dei sensi che non lascia scampo sommergendola fin dentro le viscere.

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Antonia Pozzi è la poesia che si fa cammino dentro l’inconcepibile che ci circonda. Ci tiene per mano, delicatamente, conducendoci passo dopo passo, all’interno del freddo gelido dell’esistenza al cui centro si cerca di ravvisare la traccia di un cuore furioso, palpitante di una sconfinata e enigmatica bellezza. Sta a noi scoprire di che genere.

Editore: Garzanti – Collana: I piccoli grandi libri – Anno edizione: 2020 – Formato: Tascabile – In commercio dal: 6 febbraio 2020 – Pagine: 90 pp., Brossura – Prezzo: 4,90 euro.

Parola-Segnalibro: #fragilità.

Un ascolto/un’opera d’arte: Mahmood – Gioventù bruciata (2018); Frida Khalo – Autoritratto (1926).

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