Il corpo nudo della parola
Quando il linguaggio della poesia viene usato anche nella prosa rischia di astrarla troppo, rendendo la narrazione poco ancorata allo svolgersi delle storie che intenderebbe descrivere. È quello che accade leggendo “Un po’ di febbre”, raccolta di racconti pubblicata da Sandro Penna nel 1973, libro importante per capire l’immaginario dello scrittore ma che mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.
Secondo il mio parere, del tutto opinabile, la grande profondità d’animo e l’immensa sensibilità di Penna riscontrabile nei suoi bellissimi versi d’amore e passione, solo parzialmente sono riusciti ad imporsi con lo stesso impeto in quest’opera che comunque regala pagine indimenticabili, basti pensare ai racconti “Giulietto” o “Verità”.
E proprio da questi ultimi vorrei partire per raccontare quanto sia intensa la verità umana contenuta nel testo. Sofferta, viscerale, crudele nel suo non potersi manifestare liberamente in tempi che non permettevano di farlo, colmi di una morale il più delle volte ipocrita, ripiegata su un finto perbenismo di facciata.
Affamati di anime
Nei confronti dell’omosessualità, soprattutto. Vista, spesse volte, come una perversione più che come uno dei tanti modi di essere dell’uomo. L’amore, per Penna, ha tratti carnali e sensuali, vive di passioni voraci cercando perennemente una via per stabilizzarsi. Sa che la sua tensione all’infinito può spegnersi da un momento all’altro.
I personaggi che pian piano si susseguono hanno tutti una fame atavica di affermare se stessi ma sono in qualche modo frenati dalla loro condizione esistenziale che, cosciente o no, non riesce a dar loro serenità. La febbre del titolo è questa: la voglia di vivere nei confronti di una realtà troppo spesso limitante.
Non resta allora che affidarsi alla propria intimità. Solo al suo interno è possibile capire se stessi, anche se tutto ciò porta allo scontro con il dolore. Quest’ultimo lacera l’anima, eppure può essere uno strumento essenziale per poter iniziare ad essere qualcosa di nuovo, qualcosa che possa farci diventare uomini e donne con la lettera maiuscola.
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“Un po’ di febbre” prima che un semplice libro, è una testimonianza di vita. Nutrendosi di tutte le oscurità e contraddizioni che albergano nell’uomo, riesce a farci capire quanto sia necessario essere pronti a mettersi in discussione ogni volta. Penna lo faceva con grande trasporto, noi dovremmo fare altrettanto.
Editore: Mondadori – Collana: Oscar moderni – Anno edizione: 2019 – Formato: Tascabile – In commercio dal: 16 aprile 2019 – Pagine: 110 pp., Brossura – Prezzo: 13 euro.

Parola-Segnalibro: #sensualità.
Un ascolto/un’opera d’arte: Lana Del Rey – Burning desire (2012); Gustav Klimt – La vergine (1913).
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