Narrativa italiana, Recensioni
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I colpevoli, Andrea Pomella e la lettera al padre

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Recensione del romanzo “I colpevoli” di Andrea Pomella edito da Einaudi: il percorso di ritrovo e di perdono con la figura del padre

Di Andrea Pomella mi piace come riesce a trasmettere le emozioni ricreando figure e situazioni reali in cui spesso mi ci ritrovo. Non è semplice e raramente ho trovato questa qualità narrativa negli scrittori italiani. Ne “I colpevoli” di Andrea Pomella il lettore è rapito dal rapporto di ritrovo e perdono con la figura del padre che già era stata presentata nel suo romanzo precedente “L’uomo che trema”.

Trama

«Non voglio piú vederti», dice un bambino a suo padre, che se ne è andato di casa. Lo dice, ma poi soprattutto lo fa. Si rifiuterà d’incontrarlo per trentasette anni. Il bambino che ha pronunciato quella frase, il bambino che ha abbandonato il padre rovesciando la prassi secondo la quale, semmai, accade il contrario, è l’autore di questo libro. È lui, ormai adulto, a raccontare la ricostruzione del rapporto – impossibile eppure concretissimo – con il padre, a mettersi in gioco senza infingimenti, a ferirsi, a denudarsi una riga dopo l’altra. Usando l’io come una clava, per rompere tutti i vetri e tutti i muri. In cerca di un senso, di una direzione. Cosa significa, concretamente e simbolicamente, tradire e abbandonare?

C’è una giovane donna seduta nel luogo in cui avvenne il tradimento piú famoso della storia: l’assassinio di Giulio Cesare. È in attesa che lui – il bambino diventato adulto – pronunci una delle due frasi che, in un modo o nell’altro, le cambieranno la vita: «Lascerò lei per te», oppure «Non posso farlo». E lui pronuncerà la sua frase, e con quella frase forse rifonderà la sua esistenza, proprio come ha fatto il padre trentasette anni prima. Tutte le nostre vite sono costellate di tradimenti e di abbandoni, ma queste pagine – che danno forma a un’indimenticabile e torrenziale lettera al padre – raccontano con forza e verità la storia di una riconciliazione, ricostruiscono un ponte sospeso su un abisso per dare senso compiuto alla parola perdono.

E’ difficile leggere e comprendere a pieno tutto il percorso del protagonisti de “I colpevoli” di Andrea Pomella se non si è letto anche “L’uomo che trema”. Infatti il libro inizia esattamente dove era terminato il precedente, i personaggi son gli stessi, e i problemi del protagonista anche. Ed è qui che ho una mia prima critica. Premetto che per me è un romanzo scritto molto bene, coinvolgente. Ma l’ho trovato leggermente ripetitivo sul tema trattato. Nel primo libro, infatti, Pomella parla della depressione derivata dall’assenza del padre nella sua vita, assenza tra l’altro voluta dal protagonista stesso in quanto non ha accettato da bambino il secondo matrimonio del padre. Ne “I colpevoli” l’autore analizza di nuovo i sentimenti e le situazioni che l’hanno portato ad allontanare la figura paterna e allo stesso tempo il suo riavvicinamento per volere del figlio Mario desideroso di conoscere il nonno.

E’ come vivere per 400 pagine – i due romanzi insieme – il tormento del protagonista che non riesce a liberarsi del suo dolore. Come se la depressione del primo libro si fosse spostata anche nel secondo senza che ci sia una sua chiara ed esplicita presenza. Non che l’argomento non sia interessante, perché Pomella sa utilizzare molto bene le parole. Ma avrei voluto trovare anche altro. In più ci sono diversi esempi di rapporto padre – figlio citati nel libro che lo distanziano un po’ dalla narrativa pura, cosa che non amo (eh sì, questo è un mio personalissimo punto di vista).

Dopo essermi spaccato la testa per tutta la vita, e per tutta la vita essermi sentito difettoso, uno che non aveva un padre dispotico, protettivo, sminuente, ma non lo aveva affatto, o lo aveva per sottrazione, cioè aveva intorno a sé un ologramma silente che col passare degli anni prendeva sempre più spazio, ora invece mi rivolgo a te, a una persona in carne e ossa, un uomo concreto che posso chiamare al telefono quando voglio, a cui posso chiedere consigli per la cura del giardino, e che so che non mi maltratterà, né riderà di me o della mia strana immaginazione. Ora, dopo gli anni del non-amore, ci apprestiamo a vivere questo tempo in cui cercherò di convincermi che, tra un figlio vero e ciò che io rappresento adesso per te, in fondo, c’è poca differenza.

Quindi, di cosa parla “I colpevoli” di Andrea Pomella? Principalmente di come il protagonista stia cercando di perdonare e di ricostruire il rapporto con un padre che è sempre stato assente nella sua vita cercando appunto ” i colpevoli” di questa situazione. E’ stata tutta colpa del padre? O anche il comportamento del protagonista ha influito sul suo stesso stato d’animo? E’ un vero e proprio percorso di crescita del protagonista dentro sé stesso, i suoi sentimenti e tormenti. Ma anche un tuffo nel suo passato per andare a cercare quella crepa dove si è insediato il tarlo del dolore.

E’ un romanzo che vi consiglio di leggere? , assolutamente. Ma leggete prima “L’uomo che trema” altrimenti vi mancherà come un tassello importante per poter comprendere e apprezzare tutto il percorso del protagonista.


i colpevoli Andrea Pomella

Andrea Pomella – I colpevoli

Editore: Einaudi
Genere: narrativa moderna e contemporanea
Prima edizione: 2020
Formato: rilegato
Pagine: 216 pp.,
Prezzo: 18,50 euro

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