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Matera: città e realtà dopo il 2019

Matera: città e realtà dopo il 2019

Articolo su Matera: città e realtà dopo il 2019. Riflessioni nutrite di illusioni perdute, speranze in attesa, certezze della storia

Fa riflettere molto guardarla in quest’ora della giornata, quando tutti sono in casa per pranzare e una strana solitudine mista al chiasso di qualche auto di passaggio, la avvolge in un abbraccio al tempo stesso tenero e inquietante. Matera sembra dover cercare un equilibrio fra il suo essere città e realtà urbana dal taglio europeo, e un passato che pare voglia riassorbirla in un anonimato nutrito di illusioni perdute.

Personalmente, quest’ultima impressione è davvero forte. E non solo nel primo pomeriggio, ma in qualsiasi ora del giorno. Dopo la fine del lockdown che ha spogliato, per due mesi e mezzo, le nostre città di ogni tipo di presenza umana, innescando automaticamente una crisi economica devastante, anche la città dei Sassi fa fatica a riprendere ciò che aveva costruito con impegno negli anni precedenti, per concorrere alla candidatura come capitale della cultura europea.

Matera: città e realtà dopo il 2019
Matera: città e realtà dopo il 2019

Un problema che non è solo materano, ma lucano e, in ultima analisi, italiano. Molti hotel sono ancora chiusi, con la sola eccezione di qualche esempio isolato e di alcuni bad and breakfast. Mentre i tavoli dei bar e dei ristoranti non sono più pieni di gente come l’anno scorso, se si eccettua la presenza di qualche turista ancora fortunatamente affascinato dalle bellezze di una città che trova la propria forza nella sua tradizione e nel suo mito.

Ed è su quest’ultimo che intendo soffermarmi. Credo, infatti, che Matera sia essa stessa parte ed essenza di una narrazione mitologica data dalla sua storia e tradizione. Un prestigio che non le viene infuso dall’alto, da chissà quale autorità, ma che si è creata da sola con il sacrificio quotidiano dei suoi abitanti e con l’avvicendarsi delle epoche più diverse.

Matera: città e realtà dopo il 2019
Matera: città e realtà dopo il 2019

Matera si riconosce nel suo destino costruito dalla storia che ne ha cesellato l’aspetto con grazia e cura, e non può né deve essere ricondotta in quel limbo ignoto che, fino a qualche tempo fa, la rendeva una piccola e quasi anonima città del Sud. Dirò di più: essa deve essere uno dei punti fondamentali del pensiero meridionale. Di quella zona sia geografica che esistenziale la cui identità si è plasmata attraverso l’ausilio delle culture più diverse, le stesse che oggi, sotto forma di turismo, dovrebbero arricchirla e preservarla.

Dopo l’emergenza sanitaria, il mantenimento della sua economia può ritornare centrale solo grazie ad uno sforzo strategico fra istituzioni locali e nazionali, fra realtà associative e fondazioni, che rimetta al centro la cultura e le sue potenzialità. Ne va del futuro di una città, di una regione, del riconoscimento identitario dell’intero Sud Italia.

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