Recensione del romanzo “La memoria del cuore” di Jan-Philipp Sendker edito da Neri Pozza
Ormai siete tutti a conoscenza di quanto mi sia piaciuto “L’arte di ascoltare i battiti del cuore” di Sendker, letto proprio prima di andare in Birmania. Ed è stata una lettura molto particolare dove ho ritrovato tanti elementi durante il viaggio, primo fra tutti la lentezza descritta. Ne “La memoria del cuore” sempre di Jan-Philipp Sendker ho trovato una Birmania diversa, più contemporanea e probabilmente più concreta. I ritmi sono cambiati così come i toni della storia.
Trama
A Kalaw, una cittadina sperduta sulle montagne del Myanmar, in Birmania, vivono Bo Bo e suo zio, U Ba. Bo Bo è un bambino con un dono insolito: può leggere i sentimenti delle persone nei loro occhi. Un dono a volte scomodo, poiché spesso gli occhi della gente raccontano più di quel che lui vorrebbe sapere. Il padre di Bo Bo si reca a fargli visita una volta all’anno. Di sua madre, Julia, il ragazzino conserva pochi stentati ricordi. Che viva a Yangon e non se la passi molto bene è tutto ciò che Bo Bo sa di lei. Ma non sa spiegarsi per quale motivo lui viva a Kalaw con lo zio, e non con i suoi genitori.
Se è vero che tutte le storie parlano d’amore, come U Ba ama sostenere, perché in quegli anni lo zio, consumato cantastorie, non gli ha mai raccontato l’unica storia che a Bo Bo interessa davvero ascoltare, ovvero la sua storia?
Una sera, Bo Bo trova un plico di fogli accanto alla vecchia macchina da scrivere di U Ba. In quelle pagine si parla della storia d’amore dei suoi genitori e, davanti alla determinazione del ragazzino, U Ba comprende che non può più rimandare il momento della verità. È così che, dalla voce di U Ba, Bo Bo apprende della newyorkese Julia, scesa da un aereo già pronto a decollare per stare con un uomo che conosce appena, Thar Thar. Del loro travolgente amore e della misteriosa malattia che la ha costretta a rinunciare al loro bambino. Sarà per dare una risposta alle domande che U Ba non è riuscito a soddisfare che Bo Bo si metterà in viaggio, sulle tracce dei suoi genitori.

Onestamente avevo paura di avere tra le mani quasi una copia de “L’arte di ascoltare i battiti del cuore” con le sue atmosfere lontane, delicate, quasi ovattate. Invece ho trovato “La memoria del cuore” più crudo sia per la trama che per lo stile. Qui l’autore ci presenta una Birmania attuale: siamo agli inizi delle rivolte contro il regime militare mentre Aung Saa Suu Kyi è agli arresti domiciliari. Vengono narrate le sommosse di Yangon così come i primi problemi tra la comunità musulmana (i Rohinya) e i buddhisti. E’ stata una scelta che ho apprezzato molto perché è un argomento di cui si parla poco in Occidente ed è stato trattato secondo me in maniera corretta.
Gli episodi di cronaca non sono mai protagonisti, ma Sendker riesce a ricreare la tensione e la paura. Una grande attenzione è posta ai sentimenti e alla voglia di libertà dei birmani nei confronti del regime militare. E sul brutto episodio – vero tra l’altro – in cui è coinvolta sia la comunità musulmana che quella buddhista non ha dato un giudizio di parte.
Se dobbiamo però parlare, appunto, dei protagonisti del romanzo, li ho trovati meno forti di Tin Win e Mi Mi. Julia è ora una donna più consapevole e allo stesso tempo più fragile del primo romanzo. Non è un personaggio che amavo e qui l’ho quasi odiata. Ciò che mi è mancato è stato un vero e proprio viaggio introspettivo negli adulti. Perché tutto è narrato dagli occhi e dal cuore di Bo Bo, il figlio dodicenne di Julia. Mi sarebbe piaciuto capire meglio alcune scelte dei grandi. La parte di dolore di Bo Bo è invece raccontata molto bene. Ho apprezzato il dialogo/scontro Occidente (Julia) – Oriente (Thar Thar) perché mi ha riportato a tutte le sensazioni che da occidentale avevo provato durante il mio viaggio in Birmania.
“Quanto bene dobbiamo conoscere una persona per amarla? Quanto dobbiamo sapere di lei e della sua storia, quanto dobbiamo capire per poterci fidare?”
Sicuramente “La memoria del cuore” non è agli stessi livelli del primo romanzo, ma Sendker è riuscito a trasportarmi perfettamente in Birmania e ho apprezzato i toni meno mielosi. Sinceramente non so se questa sia la conclusione perfetta per la trilogia. Forse mi aspettavo qualcosa di più specialmente per la caratterizzazione dei personaggi. Ma di sicuro è una lettura piacevole.
Consiglio “La memoria del cuore” ai lettori curiosi di conoscere meglio la Birmania, a chi non ha pregiudizi e non ha paura di mostrare le proprie cicatrici. Se siete al primo approccio con Sendker allora vi consiglio di iniziare da “L’arte di ascoltare i battiti del cuore”.
Ringrazio la casa editrice Neri Pozza per avermi omaggiato di una copia del libro!

Jan-Philipp Sendker – La memoria del cuore
Titolo originale: Das Gedachtnis des Herzens
Editore: Neri Pozza
Genere: Narrativa moderna-contemporanea
Prima edizione: 2019
Prima edizione italiana: 2020
Pagine: 320 pp.,
Traduttore: Paterlini Metella,Roberta Scarabelli
Prezzo: 18,00 euro
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