Recensione del libro “L’ultimo viaggio di Amundsen” di Monica Kristensen. Il dolore della conoscenza nella storia epica delle esplorazioni polari.
Figli di Ulisse
Siamo tutti figli dell’Ulisse dantesco. A noi non basta la realtà, dobbiamo andare oltre per cercarne altre, magari usando l’immaginazione e la fantasia, magari affidandoci al nostro istinto peregrino che ci porta al di là di ciò che vediamo ogni giorno, per evaderlo e renderlo ancora più pregno di significato nonostante il dolore della sua conoscenza. In questo caso, oltre la storia epica delle esplorazioni polari.
Lo sapevano anche Umberto Nobile e Roald Amundsen. Esploratori dell’ignoto polare, due persone diverse per carattere e visione del mondo ma accomunate dalla stessa, identica sete sapienziale. D’altronde ogni grande scoperta umana non può prescindere da questa sensazione, la sola in grado di spingerla fuori o dentro ogni pericolo.
Monica Kristensen, glaciologa ed esploratrice, tenta di fare chiarezza su quello che avvenne prima e dopo il 25 maggio 1928, quando il dirigibile Italia, rientrando da una spedizione al Polo Nord, si schianta al largo delle Svalbard, portando il suo equipaggio alla disperazione e all’istinto di sopravvivenza. A capo, il generale Nobile, colui che, per primo, nel 1926 aveva sorvolato il Polo Nord sul dirigibile Norge entrando nella leggenda.
Dramma e ricerca
Contemporaneamente il cupo e taciturno Amundsen riflette sulla propria grandissima carriera, su se stesso, su ciò che è capitato al suo rivale di sempre decidendo, alla fine, di partire a salvarlo a bordo del Latham 47, veicolo mai collaudato sul quale, lui e il suo esiguo equipaggio, scompariranno per sempre. Un destino a cui andò incontro incosciamente?
Il testo cerca di ripercorrere la vicenda facendo emergere i particolari delle due tragedie, soffermandosi sul carattere dei due protagonisti e su quello di coloro che li accompagnarono e cercarono di salvare fino alla fine. Dei due, solo Nobile tornerà a casa ma da allora non sarà più lo stesso.
Grazie allo studio approfondito della documentazione finora disponibile e a una narrazione accattivante, capace di descrivere l’incastro delle due storie in un’unica, appassionate descrizione dei fatti, la Kristensen cerca di dare la sua visione di quanto è successo portando il lettore a farsi domande e a vivere personalmente quei momenti di disperazione e angoscia.
Conclusioni
“L’ultimo viaggio di Amundsen” non è solo un libro che cerca di ricostruire i semplici avvenimenti dell’epoca. È il racconto di quanto lo spirito umano tenti di lambire i confini della tragedia e del pericolo per cercare di rendersi eterno nella storia. Amundsen e Nobile hanno spostato i propri limiti setacciando quelli della loro anima fra i ghiacci dei Poli. Noi lo facciamo fin dalla nascita cercando di migliorare o no la nostra esistenza tra le inquietudini della quotidianità.

- Traduttrice: Sara Culeddu
- Editore: Iperborea
- Collana: Narrativa
- Anno edizione: 2019
- In commercio dal: 17 aprile 2019
- Pagine: 483 pp., Brossura
- Prezzo: 19,50 euro
Parola-Segnalibro: #esplorazione.
Un ascolto/un’opera d’arte: Aphex Twin – #20 (1994); Hayao Miyazaki – Il castello errante di Howl (2004).
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