Narrativa italiana, Recensioni
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“Non ora, non qui” di Erri De Luca

Non ora, non qui

Recensione del libro “Non ora, non qui” di Erri De Luca. Con gli occhi di un figlio.

Frammenti

Alcuni ricordi fanno male, si conficcano dentro la pelle come pezzettini di vetro e non la lasciano più perché sono impossibili da togliere. Allora non rimane che strapparsela via e metterne una nuova che sappia rendersi resistente ad ogni ferita causata dal loro taglio. In “Non ora, non qui”, Erri De Luca parla di questo dolore da evitare, mantenendo fisso lo sguardo sul suo passato, con gli occhi di un figlio.

In un vortice di parole scritte e lavorate come pietre con la stessa cura che un operaio pone nel costruire una casa mattone dopo mattone, la memoria diventa l’occasione di fare i conti con se stessi attraverso un dialogo serrato con una madre presente in ogni ruga dello scrittore, a cui ha voluto bene cercando di capirne gli aspetti più oscuri, rimasti tali anche dopo il fluire del tempo e delle età della vita.

Le frasi di questo brevissimo romanzo hanno la secchezza della terra riscaldata dal sole e l’umidità della stessa sotto i colpi di una pioggerella improvvisa, che man mano si trasforma in temporale e la bagna tutta fino a farla diventare fango ma di nuovo fertile, produttiva. De Luca non spreca frasi, non getta via le immense possibilità della lingua in periodi fini a se stessi. Ognuno di essi è, infatti, un pezzetto della sua anima e pertanto va curato con attenzione.

Crescere

Cosa resta di una madre in un figlio? I suoi insegnamenti, ciò che si è manifestato col suo esempio. Ma non solo. Resta la presenza carnale del suo spirito. Ne rimane il corpo, il suo muoversi nello spazio e l’imporsi sulla realtà di un bambino fragile, timido, magrissimo ma con un universo da esprimere non tanto con il comportamento ma grazie a quella parola che a fatica usciva dalla sua bocca balbuziente e che sarebbe diventata pensiero su carta.

La madre di Erri De Luca è un po’ il simbolo di una Madre Terra che pretende molto dalla vita dei suoi figli, serbando in sé una dolcezza non subito evidente, da cogliere avendo attenzione ad ogni particolare e ai frutti che nascono da questa gestazione travagliata, mischiata alla sofferenza e alla volontà di poterla redimere tenendo presente la propria integrità esistenziale.

La lingua di questo libro riflette un percorso interiore. La prova tangibile che non si arriva da nessuna parte se non tramite un faccia a faccia sincero con se stessi, ammettendo ogni errore e perplessità, svuotandosi dei dubbi e delle paure più nascoste. Una lingua che dà vita alla scrittura scarnificata della propria coscienza imperscrutabile, sulla cui superficie le parole si illuminano per cercare di darle evidenza.

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“Non ora, non qui” è stato il primo libro che ho letto di Erri De Luca e mi si è piantato subito nello stomaco. Lo stile, i colori di un vissuto complicato, la voglia di dargli chiarezza. Fare pace e dare ordine a un passato duro, a tratti ingiusto, necessario alla crescita di un uomo il cui volto si è sempre svelato con la forza della letteratura. La sua bellezza è anche questa.

  • Editore: Feltrinelli
  • Collana: Universale Economica
  • Anno Edizione: 2013
  • Formato: Tascabile
  • In commercio dal: 25 febbraio 2013
  • Pagine: 112 pp.
  • Prezzo: 7,50 euro

Parola-Segnalibro: #ricordo.

Un ascolto/un’opera d’arte: CCCP Fedeli Alla Linea – Madre (1994); Guido Reni – Ritratto di Gentildonna (1610-1612).

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