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La necessità del mito – Il mondo antico e noi

La necessità del mito

Articolo sulla necessità del mito. Il mondo antico e noi a confronto.

L’uomo non può fare a meno di raccontare e raccontarsi. L’esigenza di creare una narrazione su se stesso è un bisogno inestirpabile. Solo con la necessità del mito la vita acquisisce un senso, solo giustificando e condannando le proprie azioni nelle sue storie è possibile riscontrare le ragioni della sua esistenza. Senza dimenticare lo spazio che lascia al mistero e alle sue trame ignote.

In tal senso, il mondo antico è maestro. La mitologia greca e romana si pone questioni essenziali, riducendo il rapporto fra divinità e uomini a scontri, battaglie, amori impossibili, passioni funeste etc. La dimensione del sacro diventa così l’occasione per riflettere sulle azioni che si compiono quotidianamente, ponendole in un’ottica sia spirituale che terrena, legata alle domande che ci si chiede fin dalla nascita.

Ade, Apollo Afrodite, Poseidone, sono solo alcuni dei nomi che compongono questo vasto universo di dei vicini e lontani alle miserie della condizione umana. Dimensione che fa di tutto per poter imprimere il suo passaggio affinché qualcosa di essa possa rimanere nello svolgersi della storia. Ciò che preme ad ognuno di noi, infatti, è lasciare nella memoria un indizio che chi verrà dopo potrà consultare e tenere a mente.

In fondo, la mitologia greco-romana si è sempre posta questo obiettivo. Tra i tanti racconti della sua tradizione, quelli che prediligo di più riguardano la vicenda di Aracne che pecca di hybris nei confronti di Atena e quella della fuga di Enea da Troia che trasporta il padre Anchise sulle spalle. Il primo simbolo di un dramma: quello che porta l‘uomo a farsi beffa degli dei credendo di essere egli stesso un dio; il secondo, della cura che i figli dovrebbero sempre avere nei confronti delle generazioni precedenti.

Con pochi gesti l’antichità ci parla di mondi vicini e lontani con una semplicità disarmante. Ecco perché mi chiedo quanto ancora oggi sia rimasto di tutto questo. Quanto noi contemporanei necessitiamo di avere a nostra disposizione simili exempla per dare una direzione a questa vita che ci costringe a correre senza avere un attimo di requie.

La tecnologia non basta per creare un mito e non può diventarlo essa stessa. La tecnologia è uno strumento che serve a migliorare le nostre esistenze, pertanto va usata in maniera positiva e fruttuosa. Ma noi abbiamo bisogno di guardare oltre, perché l’hic et nunc non ci soddisfa. Pertanto vanno riscoperte le dimensioni dell’eternità e del passato, riportate alla luce, sentite come esperienze fondamentali.

È importante riaffidarci anche a certi miti per capire che non tutto ciò che pensiamo e facciamo in questo periodo così confuso, sia destinato a perdersi nelle possibilità del presente. La mitologia parla della tendenza all’infinito dello spirito, del suo essere proiettato all’incontro con l’eterno. Sarebbe il momento di recuperarla.

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