Narrativa straniera, Recensioni
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Va tutto bene, signor Field, Katharine Kilalea

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Recensione del romanzo d’esordio di Katharine Kilalea “Va tutto bene, signor Field” edito da Fazi Editore. Una storia in cui la solitudine non vi dovrà spaventare

La prima impressione che ho avuto nel leggere “Va tutto bene, signor Field” di Katharine Kilalea è stata quella di una dolce malinconia. Sì, perché nella solitudine e nella malinconia del signor Field mi sono ritrovata e rispecchiata. E’ un romanzo in cui i veri protagonisti sono i sentimenti nascosti e spesso repressi, tutte quelle lacrime silenziose che urlano di vita. Ma, nonostante ciò, “va tutto bene”, perché la vita è anche questa..

Trama

Il signor Field è un pianista e concertista alla deriva, la cui carriera subisce una definitiva battuta d’arresto dopo un incidente in treno. Con i soldi del risarcimento, si trasferisce a Città del Capo, in una casa costruita dall’architetto Jan Kallenbach come una replica di Villa Savoye di Le Corbusier, dove lo raggiunge anche la moglie Mim. Il signor Field è un uomo triste e rassegnato, che vive in uno stato di sonnolenza perenne e di straniamento dalla realtà che lo circonda.

È un uomo in decadenza e svuotato, ma attraverso le sue riflessioni, e facendo un bilancio di ciò che non va bene nella sua vita, comincia a “fare qualcosa”: mentre manda in frantumi il vetro della grande finestra di casa sua, cerca di ricomporre i pezzi della propria identità iniziando un dialogo silenzioso e fittizio con Hannah Kallenbach, la vedova dell’architetto, per la quale sviluppa a poco a poco una vera e propria mania: la segue, si apposta sotto la sua finestra, la spia nella sua vita privata e nelle strane conversazioni con un uomo misterioso. Finché, ormai stanco di essere triste, capisce finalmente di dover riprendere a vivere… che sia nella realtà o nel suo mondo onirico non importa.

A causa di un incidente in treno, il signor Field si frattura il polso compromettendo la sua carriera da pianista. Con i soldi del risarcimento per il danno subito, decide di acquistare una villa sulla costa fuori Città del Capo. Tutto però cambia e il signor Field cade in uno stato di apatia, distaccato dalla realtà. La moglie Mim lo lascia e il nostro protagonista inizia un dialogo interiore con la vedova dell’architetto della villa: la signora Hannah Kallenbach. E’ in un momento delicato della vita, il signor Field, dove tutto sembra andare stretto, soffocarlo. La vastità della natura da cui si affaccia la sua villa non lo aiuta a respirare e a calmare i suoi pensieri.

“Va tutto bene, Signor Field” mi ha ricordato molto “Stoner” in quanto entrambe sono due storie in cui non succede nulla di eclatante se non la quotidianità e la scoperta della propria identità. Un’identità che va disgregandosi piano piano lasciando il signor Field solo. La solitudine e la tristezza sono le uniche compagnie nelle sue giornate. E’ così solo che decide di seguire Hannah Kallenbach per far finta di conoscerla, di far parte della sua quotidianità, di avere anche lui una vita. Eppure, nonostante la consapevolezza della sua condizione, il signor Field non fa nulla per cambiare continuando ad eliminare il confine tra il suo mondo e la realtà che lo circonda. Anche noi lettori siamo nella perenne attesa di un cambiamento, di un gesto che possa far svegliare il signor Field da questo lungo sonno.

“Com’era splendido non avere niente da guardare! Per quanto tempo ho desiderato proprio questo, pensai. Quante volte a Londra, dove ovunque guardi un edificio o un autobus entrano nel tuo campo visivo, ho desiderato spingere lo sguardo in lontananza? Quante volte ho pensato che in una città non si ha il senso della prospettiva, e senza il senso della prospettiva non si ha lo spazio per pensare?”

Katharine Kilalea racconta una storia reale, in cui è corretto che non ci sia un evidente lieto fine perché le difficoltà della vita hanno bisogno del loro tempo per risolversi. “Va tutto bene, signor Field” riflette l’ordine e disordine fuori e dentro di noi: la villa è ordine puro mentre la mente del nostro protagonista è il caos. E tutto rimane immobile come in un dipinto. E’ un caos calmo quello che vive Field. C’è disgregazione continua: la casa allontana la famiglia invece che unirla, la musica di Field allontana il suo pubblico invece che coinvolgerlo, gli stessi pensieri dell’uomo lo allontanano dalla realtà creando una sua storia soggettiva.

Con uno stile fresco e coinvolgente, “Va tutto bene, signor Field” è un romanzo che mi sento di consigliare a chi non ha paura della solitudine e della tristezza, agli amanti dei romanzi introspettivi e a chi apprezza un po’ di ironia anche nei momenti peggiori.

Ringrazio Fazi Editore per avermi dato la possibilità di leggere questo romanzo in anteprima!


va tutto bene signor Field

Katharine Kilalea – Va tutto bene, signor Field

Titolo originale: Ok, Mr Field
Editore: Fazi Editore
Genere: narrativa moderna – contemporanea
Prima edizione: 2018
Prima edizione italiana: 2020
Pagine: 220 pp.,
Traduttore: Silvia Castoldi
Prezzo: 18,00 euro

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