Recensione del libro “La luce della notte” di Pietro Citati. Il racconto dei miti dell’umanità e le visioni della letteratura.
Indagare le origini
Pietro Citati si confronta con il mito. Con i suoi miti. Da fine critico letterario e colto scrittore, ne “La luce della notte” racconta i più grandi miti dell’umanità e le visioni della letteratura ad essi collegati, analizzandoli con erudizione e profonda empatia, sentendone davvero l’importanza capillare nella storia.
Ma è un percorso verso la dissoluzione e la rottura. Non c’è speranza né tensione verso la ricerca di un’armonia perduta. Dal mondo greco a Leopardi, i miti, le narrazioni, la ricerca della fede, la ritualità collegata ad essa, sembrano smembrarsi con l’avvento sottinteso di un Novecento che non compare ma il cui spirito disgregato incombe cupo durante la lettura.
Un’angoscia sottile e viva si incunea in pagine bellissime, come quelle su San Paolo e Sant’Agostino, la cui interiorità tormentata sembra già presagire la crisi di valori che colpirà l’Occidente nei secoli successivi, purtroppo ancora oggi viva e presente nella precarietà delle nostre vite quotidiane.
Un tiepido bagliore
Ed è questa l’attualità de “La luce della notte”. Nonostante sia stato scritto molti anni fa, riesce a cogliere l’esigenza di un bisogno ormai quasi del tutto scomparso: la ricerca delle proprie origini. Si tratta quindi di un libro anacronistico? Tutt’altro. Citati ha scritto un saggio straordinariamente moderno, seppur radicato in un tempo scomparso.
Sviscerando le contraddizioni che stanno alla base delle azioni umane, della loro violenza e che hanno portato all’elaborazione di certi racconti immortali, lo scrittore ci fa capire come esse siano da sempre presenti nella nostra anima e non potranno mai andarsene. L’uomo non può fare a meno delle sua parti più oscure o luminose e non può esimersi dal raccontarle.
Allora dov’è possibile cogliere la speranza? A mio avviso la si deve scoprire in noi stessi, nella volontà di cambiare le nostre azioni e di tenderle al bene, nella voglia di riscoprirle proiettate verso l’eternità, nella capacità di riaffidarsi ad una tradizione letteraria che ha saputo confrontarsi con le proprie angosce avendo sempre bene a mente il divino.
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È questo che insegnano libri come “La luce della notte”. Evitare di gettarsi nel nulla e nella perdita di valori che noi stessi abbiamo creato perché troppo tronfi della nostra superbia. Il mito ha cercato di interpretare la realtà diventando insegnamento e punto di riferimento educativo per il futuro. Non dovremmo mai dimenticarlo.

- Editore: Adelphi
- Collana: Gli Adelphi
- Anno Edizione: 2009
- Formato: Tascabile
- In commercio dal : 13 maggio 2009
- Pagine: 460 pp., Brossura
- Prezzo: 15 euro
Parola-Segnalibro: #racconto.
Un ascolto/un’opera d’arte: Franco Battiato – Atlantide (1993); Terrence Malick – The tree of life (2011).
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Ho letto con interesse e giovamento la recensione del libro di Citati: “La luce della notte, i grandi miti nella storia del mondo”.
Luigi Ficarra (Padova)
Mi fa molto piacere, sono davvero contento.