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Napoli: un viaggio a cuore aperto

Napoli: un viaggio a cuore aperto

Articolo su Napoli: un viaggio a cuore aperto. Pensieri su una città che vive per costruirsi da sé e sulla sua capacità di guardare sempre al futuro.

Napoli non conosce il trascorrere del tempo. Vive di tensione verso il futuro custodendo con frenesia ciò che il passato le ha donato nel corso dei secoli. Napoli: un viaggio a cuore aperto, una città che vive per costruirsi da sé, un passo alla volta, sventrando le sue strade come un bambino scava una buca nella sabbia in riva al mare: senza pensarci troppo, volendo arrivare subito al cuore di ciò che intende progettare anche se ancora non ha forma nella sua mente, ma solo perché sente necessario farlo.

Ogni vicoletto, ogni piccola o grande via, ti sommerge di rumori, voci, profumi buonissimi che si mescolano a quelli meno accattivanti dei punti più degradati, dove la vita si disfa negli umori di chi non riesce a contenerla fino quasi a soccomberle. Nella calura abbagliante di questo agosto precario a causa della pandemia, la città mi appare sempre la stessa (affamata, rapida, sorridente) ma, al contempo, colta in una fase di transizione che la fa essere in costante movimento e ricostruzione. Una fase da cui potrebbe nascere una nuova Napoli.

La stessa sensazione momentanea che viviamo ovunque, soprattutto ora che il Covid-19 sta prendendo sempre più il sopravvento sul nostro modus vivendi. Napoli riflette questa precarietà ma sa che può contare sulla sua storia e sulle sue tradizioni. Un patrimonio materiale ed immateriale che non ha subìto le conseguenze del trascorrere degli anni. Fatto di una religiosità viscerale, fatalistica, nutrita da un cibo dal gusto magnifico, abbracciata da una cultura che oltre alla storia si fa carta stampata, libro da leggere.

Napoli: un viaggio a cuore aperto
Napoli: un viaggio a cuore aperto
Napoli: un viaggio a cuore aperto
Napoli: un viaggio a cuore aperto

In Piazza Dante, andando oltre Port’Alba, è come se si entrasse, infatti, in un mondo parallelo, in un’altra dimensione fatta di letteratura, fra edizioni antichissime, di pregio e bancarelle con testi di ogni genere. Le librerie di questa zona di Napoli hanno una parvenza antica, fuori dal tempo, quasi magica. Sanno custodire le storie del mondo e i loro librai sono come dei sacerdoti i cui volti sono impastati dal passare degli anni, ruga dopo ruga. Più che semplici libri, vendono possibilità di riscatto, momenti di una futura liberazione che spetta al lettore cercare di capire.

Ma accadrà tutto ciò? Sarà imminente? Non lo sappiamo. Passeggiando per il lungomare, incontrando Castel dell’Ovo, costeggiando il Maschio Angioino, osservando i bagnanti che sugli scogli guardano un orizzonte perdersi nell’indefinito del loro splendido mare, percepisci quanto i napoletani si sforzino di tenere a freno la casualità della vita, quasi mordendola forte per non farla andar via perché è la cosa più cara che possono avere. Pertanto va difesa, protetta, vissuta in ogni suo aspetto al cento per cento.

Napoli: un viaggio a cuore aperto
Napoli: un viaggio a cuore aperto

Ecco perché Napoli non si visita semplicemente, ma si sente pulsare dentro la carne avvertendola nella testa in ogni istante. Sangue vivo, fiume in piena dopo una tempesta.

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