Recensioni, Saggistica
Leave a comment

“8 secondi. Viaggio nell’era della distrazione” di Lisa Iotti

8 secondi

Recensione del libro “8 secondi. Viaggio nell’era della distrazione” di Lisa Iotti. Siamo ancora capaci di pensare?

Noi e il web

I veri libri sanno aprire la mente in due con le loro parole e le storie che raccontano. I veri libri dissezionano il pensiero per farci capire in che razza di mondo viviamo e se potremo mai dare ad esso un significato. I veri libri sanno mischiare il vissuto personale di chi li scrive con la problematica che trattano nelle loro pagine. Solo così la storia privata di ognuno di noi può diventare universale. Tutto ciò accade in “8 secondi” di Lisa Iotti (giornalista e reporter di Presadiretta), inchiesta ma anche sincera confessione sugli effetti delle nuove tecnologie (in particolare, degli smartphone) sulla nostra vita. Un testo che di fronte a tutto questo si pone un’unica, grande domanda: siamo ancora in grado di pensare?

Lisa Iotti ha vissuto in prima persona gli effetti negativi della dipendenza da smartphone. Un problema che investe molti di noi, a partire dai più piccoli, e dal quale a fatica riusciamo ad uscire. Troppo bello, troppo gratificante collegarci in continuazione con questi apparecchi la cui bellezza estetica stride con gli effetti negativi che provocano sulla nostra salute e che solo apparentemente non avvertiamo in maniera tangibile. Occhi che si affaticano, collo e schiena che si curvano, mente che non è più capace di analizzare con spirito critico e cognizione di causa la più semplice descrizione testuale che si trova davanti.

Un cervello-flipper che passa da un link all’altro senza mai interiorizzare nel profondo ciò che legge, smettendo di rielaborare criticamente ogni informazione che i social e i più vari motori di ricerca ci propinano quotidianamente, senza alcuna interruzione. “8 secondi” scava nella parte oscura della nostra coscienza caduta nella rete della virtualità che ci fa sentire gratificati per il tempo aleatorio di un like messo a un post. Ed è tutta qui la forza di questo libro, dove l’esperienza privata trascende se stessa per appartenere a quella di tutti noi.

Come uscirne

Grazie ad innumerevoli interviste fatte a ricercatori e scienziati internazionali che si sono occupati delle più varie patologie connesse all’uso sbagliato e parossistico di pc e telefonini, Lisa Iotti riesce a raccontare quanto questi ultimi stiano letteralmente modificando il nostro essere nella realtà fin quasi ad arrivare a chiedersi cosa sia oggi quest’ultima, dove voglia andare a sbattere e che ruolo dovremmo avere nel convivere con certi oggetti che sono ormai una vera e propria estensione del nostro corpo. Parafrasando Martin Heidegger e con le dovute differenze del caso, questo libro cerca anche di proporre un’indagine sull’idea stessa di mondo (la cosiddetta Weltlichkeit), portandoci man mano a scoprire quanto solo apparentemente certi strumenti tecnologici pongano ordine al suo caos.

[…] ero io che avevo un disperato bisogno fisiologico di sapere cosa stesse facendo la gente, non la gente di sapere cosa facessi io. […]“, p. 23; “Otto secondi di attenzione sono la nostra condanna all’incomprensione, all’incomunicabilità, alla solitudine. Al silenzio”; “Otto secondi. Meno di un pesce rosso“, p. 64. Sì, è assurdo paragonare le facoltà cognitive dell’uomo a quelle di un pesce, ma in questa provocazione è racchiuso tutto il senso della dispersione cognitiva che proviamo ogni giorno e che trasportiamo anche nei rapporti interpersonali. Il punto più inquietante di tutto il discorso. Non siamo più in grado di guardare in faccia chi amiamo perché presi dal bisogno compulsivo di tornare con lo sguardo sui device dove, il più delle volte, attendiamo invano un segno che dia alla nostra autostima un pizzico di riconoscimento social(e). Abbiamo realmente bisogno di tutto questo?

La risposta non è né sì né no. La risposta sta dentro il nostro senso di responsabilità verso queste tecnologie che ci hanno permesso di risolvere tantissimi problemi che prima del loro avvento sembravano insormontabili. Non serve condannarle o innamorarsene perdutamente; occorre, semmai, saperle usare in maniera cosciente, con intelligenza, senza rimanerne ammaliati. Lo smartphone è uno strumento in grado di farci fare milioni di cose, ma su queste azioni va allenato il pensiero critico, la capacità di selezionare le fake news dalle fonti attendibili, la voglia di fare una ricerca su Google per sapere davvero cosa andremo a scoprire, per farlo nostro, per renderlo parte di noi. Ecco perché serve educarsi al loro uso fin da bambini.

___

[…] perché si ama qualcosa o qualcuno anche per quello che è stato
e non solo per quello che è”
, p. 34.

“8 secondi” è anche un’ode al potere della lettura. L’argine intellettuale, l’àncora che ci permette di capire cosa ci succede portandoci a sviluppare il gusto per il pensiero, per la metis greca, l’intelligenza pratica che sa districarsi fra gli stimoli della vita. I libri sono dei compagni di strada in grado di aprirci mondi interiori imperscrutabili. Le idee stesse presenti in “8 secondi” non potevano che essere accolte in un libro. Non è una caso che sia riuscito a rimanere incollato alle sue pagine provandone una sottile sensazione di dipendenza. Il tutto tenendo lo smartphone un po’ più lontano del solito.

  • Editore: Il Saggiatore
  • Collana: La cultura
  • Anno edizione: 2020
  • In commercio dal: 1 ottobre 2020
  • Pagine: 248 pp., Brossura
  • Prezzo: 19 euro

Parola-Segnalibro: #pensare.

Un ascolto/un’opera d’arte: Trent Reznor e Atticus Ross – The Social Network (OST, 2010); Raffaello Sanzio – Scuola di Atene (1509-1511 ca.).

Per approfondire l’argomento consiglio la visione di questo video della conferenza di Lisa Iotti a TEDx Reggio Emilia:

ACQUISTA QUESTO LIBRO SU:

© Riproduzione riservata TheBookmark.it

Cari Lettori, The Bookmark.it vive attraverso le vostre interazioni: lasciate un commento per farci conoscere la vostra opinione! Grazie!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.