Recensione del romanzo “L’inverno di Giona” di Filippo Tapparelli edito da Mondadori e vincitore del Premio Campiello 2018
Un senso di agonia e ansia costante. Questa è stata la sensazione che ho vissuto sulla pelle ad ogni pagina de “L’inverno di Giona” di Filippo Tapparelli. Un libro che entra nelle viscere della psiche umana per tirarne fuori tutte le paure e i desideri più oscuri. E qui, devo dire, Tapparelli è riuscito a creare un mondo dell’inconscio da brivido.
Trama
Siamo su una montagna ostile, fa molto freddo. Giona non ha ricordi. Ha poco più di quattordici anni e vive in un villaggio aspro e desolato insieme al nonno Alvise. Il vecchio, spietato e rigoroso, è l’uomo che domina il paese e impone al ragazzo compiti apparentemente assurdi e punizioni mortificanti. In possesso unicamente di un logoro maglione rosso, Giona esegue con angosciata meticolosità gli ordini del vecchio, sempre gli stessi gesti, fino a quando, un giorno, non riesce a scappare.
La fuga si rivelerà per lui un’inesorabile caduta agli inferi, inframmezzata da ricordi della sua famiglia, che sembrano appartenere a una vita precedente, e da apparizioni stravolte. In un clima di allucinata sospensione temporale, il paese è in procinto di crollare su se stesso e la terra sembra sprofondare pian piano sotto i piedi del ragazzo. La verità è quella che appare? Solo un decisivo cambio di passo consentirà al lettore di raggiungere la svolta finale e comprendere davvero che cos’è l’inverno di Giona.

È difficile parlare in generale de “La vita di Giona” in quanto è una storia in cui reale, irreale e inconscio si fondono in molti punti, lasciando spesso il lettore con dei dubbi. Giona è un ragazzo che vive con il nonno adottivo Alvise in un paese lontano e isolato su una montagna. Il rapporto tra Giona e il nonno è quasi di schiavitù. Il nonno maltratta il ragazzo umiliandolo, facendolo vivere quasi come un animale. Non mancano le botte. Giona si trova in una situazione di forte disagio psicologico in quanto non riesce a ribellarsi ad Alvise. Subisce in silenzio tutte le ingiustizie accettandole come se fossero la giusta punizione per la sua esistenza. Una vita scandita da una routine ben precisa volta ad esaudire le richieste del nonno. Questo è il mondo di Giona. O meglio, il suo inverno.
Ma ad un certo punto Giona decide di svegliarsi, di ribellarsi ad Alvise. Esce quasi nudo nella neve, incontrando gli abitanti del villaggio, presenze quasi effimere, ma che cercano di fargli riprendere il contatto con la realtà. Dall’inverno che Giona vive dentro di sé e nella realtà (vera o presunta, chissà) creata da Alvise, cerca di liberarsi. Si ha quindi una svolta nella trama nel momento in cui il ragazzo decide di riprendere in mano i suoi ricordi. Ricordi di una vita fatta di affetto, amore, di momenti di pura normalità. E sarà proprio questo elemento a ridare a Giona la voglia di rialzarsi e di tornare in vita.
“Hai sbagliato e queste sono le conseguenze. Lo sai benissimo. Io ti spiego come fare ma tu continui a sbagliare. Non impari. Ecco perché ti punisco. La sapienza, Giona, si acquisisce attraverso la sofferenza. Deve essere così. Diffida da chi impara con gioia, perché ciò che si apprende senza dolore, altrettanto facilmente si dimentica.”
Il lettore ha subito la sensazione che “L’inverno di Giona” sia un viaggio nella psicologia, nei meandri più bui dell’inconscio. Ma di chi? Chi soffre? Cosa stiamo leggendo davvero? Ed è forse questo il punto più interessante del romanzo di Tapparelli: tirare fuori un mondo dell’inconscio dominato da paure, sensi di colpa e dolore acuto. Nessuna percossa fisica sarà mai più dolorosa del mondo interiore di Giona. E’ stato sicuramente complicato, ma ben riuscito. In più tutte le atmosfere del libro ci rimandano a quella sensazione di angoscia e ansia perenne che tormentano anche il protagonista. Il ritmo accelera pagina dopo pagina fino a trovare una quiete nel finale.. ma sarà reale?
Quindi, cosa non mi ha del tutto convinto? Ho fatto fatica a portare avanti la lettura in alcuni punti della parte iniziale. Forse perché l’ho letto in un periodo complicato e le forti atmosfere angoscianti non mi hanno reso la lettura serena come pensavo. Devo dire però che l’idea e la struttura sono geniali! Lo svolgimento della seconda parte del libro è davvero da lasciare senza parole!
Consiglio “L’inverno di Giona” agli amanti dei romanzi dalle forti tematiche psicologiche, a chi non teme l’angoscia e storie di forte disagio interiore

Filippo Tapparelli – L’inverno di Giona
Editore: Mondadori
Genere: Gialli e thriller
Prima edizione: 2019
Formato: rilegato
Pagine: 204 pp.,
Prezzo: 17,00 euro
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