Angolo Giappone, Letteratura contemporanea, Narrativa straniera
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Basta un caffè per essere felici, Toshikazu Kawaguchi

basta un caffè per essere felici

Recensione del romanzo “Basta un caffè per essere felici” di Toshikazu Kawaguchi edito da Garzanti. Un caffè che lascia troppo amaro in bocca.

Curiosa dell’enorme successo di “Finché il caffè è caldo”, ho letto il seguito del romanzo di Kawaguchi pensando di avere tra le mani in un piccolo capolavoro. Invece “Basta un caffè per essere felici” mi ha lasciato l’amaro in bocca. Una storia con una trama debole, problemi di traduzione e personaggi per niente caratterizzati. Una lettura fin troppo leggera di cui non capisco l’enorme successo.

Trama

L’aroma dolce del caffè aleggia nell’aria fin dalle prime ore del mattino. Quando lo si avverte, è impossibile non varcare la soglia della caffetteria da cui proviene. Un luogo, in un piccolo paese del Giappone, dove si può essere protagonisti di un’esperienza indimenticabile. Basta entrare, lasciarsi servire e appoggiare le labbra alla tazzina per vivere di nuovo l’esatto istante in cui ci si è trovati a prendere una decisione sbagliata. Per farlo, è importante che ogni avventore stia attento a bere il caffè finché è caldo: una volta che ci si mette comodi, non si può più tornare indietro.

È così per Gotaro, che non è mai riuscito ad aprirsi con la ragazza che ha cresciuto come una figlia. Yukio, che per inseguire i suoi sogni non è stato vicino alla madre quando ne aveva più bisogno. Katsuki, che per paura di far soffrire la fidanzata le ha taciuto una dolorosa verità. O Kiyoshi, che non ha detto addio alla moglie come avrebbe voluto. Tutti loro hanno qualcosa in sospeso, ma si rendono presto conto che per ritrovare la felicità non serve cancellare il passato, bensì imparare a perdonare e a perdonarsi. Questo è l’unico modo per guardare al futuro senza rimpianti e dare spazio a un nuovo inizio.

Partiamo subito dal primo problema che ho riscontrato ne “Basta un caffè per essere felici”, ovvero una trama poco solida. Il libro è strutturato in diversi racconti che hanno come protagonista questo caffè che permette di viaggiare nel tempo. Per viaggiare ci sono diverse regole, una fra tutte è che si può restare nel passato e nel futuro solo fin quando il caffè resta caldo. L’idea di base è molto coinvolgente, specialmente perché le storie presentate hanno tutte un elemento di dolore e di sofferenza in cui il lettore può rispecchiarsi. Ma sono raccontate senza un vero approfondimento psicologico e non lasciano nessuna emozione importante a fine lettura.

Le vicende di Kazu, la cameriera, e del fantasma, i veri protagonisti di questo libro, sono ancor più lasciate sospese. Non viene approfondito nulla della personalità e dell’animo di queste donne. Kawaguchi racconta la loro storia senza che io ne fossi coinvolta emotivamente. Troppa leggerezza sia nella narrazione che nel presentare dei personaggi che avrebbero potuto dare tanto al lettore. Inoltre a fine romanzo restano molti punti non chiari sulla figura del fantasma e sul meccanismo dei viaggi nel tempo.

Ma veniamo alla nota più dolente de “Basta un caffè per essere felici”: la traduzione. Fin dalle prime pagine mi ero accorta che la traduzione in italiano era strana se si tiene conto che la lingua d’origine è giapponese. Dico questo perché il giapponese è una lingua particolare e ancora di più lo sono le traduzioni quando si vogliono rendere nella nostra lingua alcune loro espressioni particolari. Sono letteralmente rimasta sconvolta nel leggere che il romanzo è stato tradotto dall’inglese e non dal giapponese. Nel 2020/21 è inaccettabile. Abbiamo fior fiori di eccellenti traduttori dal giapponese all’italiano. Nella traduzione della Garzanti si perde tantissimo delle sfumature della lingua d’origine. Ad un occhio esperto si capisce immediatamente che la traduzione ha saltato un passaggio. Ed è un peccato.

Leggi l’approfondimento sul caffè in Giappone

Penso che molti lettori abbiano apprezzato “Basta un caffè per essere felici” per il messaggio positivo sull’importanza di andare avanti con la vita e sulle occasioni da vivere. A mio parere tutto ciò passa in secondo piano in quanto offuscato da una narrazione troppo leggera, personaggi slegati e una poca attenzione all’aspetto emotivo e psicologico dietro ad ogni storia. E’ un libro che mi sento di consigliare? Sinceramente no. Mi sento piuttosto di consigliare il film tratto da entrambi i libri di Kawaguchi. Qui sia Kazu che il fantasma hanno una bellissima caratterizzazione e sarà impossibile per voi non affezionarvi!


basta un caffè per essere felici

Toshikazu Kawaguchi – Basta un caffè per essere felici

Titolo originale: この嘘がばれないうちに
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Prima edizione: 2017
Prima edizione italiana: 2021
Formato: brossura
Pagine: 176 pp.,
Traduttore: Claudia Marseguerra
Prezzo: 16,00 euro

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