Narrativa straniera, Recensioni
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“Avventure della ragazza cattiva” di Mario Vargas Llosa

Avventure della ragazza cattiva

Recensione del libro “Avventure della ragazza cattiva” di Mario Vargas Llosa. La passione sensuale per la letteratura

Eros e storia

La follia di un amore contorto, perverso. Uno di quegli amori che consuma la psiche e il corpo di chi lo prova. Sentimento terribile e sfuggente, capace di sovvertire la vita di un uomo ma anche di farla maturare a caro prezzo. Avventure della ragazza cattiva non è solo il romanzo degli effetti malvagi di una donna tremenda, egoista, lussuriosa su un uomo profondamente idealista e perbene, Ricardo Somocurcio. No, non solo questo. Il libro di Vargas Llosa, infatti, sa entrare nelle pieghe sanguinanti della storia peruviana ed occidentale sapendo raccontare anche la passione sensuale per la letteratura.

Soltanto le vicende politico-sociali sudamericane possono riflettere e testimoniare questa estrema visceralità per la vita e la sua negazione. E la niña mala personifica con la sua bellezza maledetta tutto ciò. Non si tratta soltanto della descrizione appassionata di un rapporto sentimentale contraddittorio e malato. Il romanzo utilizza questa affezione per estenderla all’analisi della realtà che circonda i due protagonisti. Un mondo fatto di grandissimi stimoli intellettuali ma capace di efferate mostruosità nel momento in cui sa farsi dittatura e regime.

Avventure della ragazza cattiva è un viaggio bruciante dall’Europa all’Oriente, nelle città simbolo di queste zone del mondo. La vibrante Londra, la magnetica Parigi, vero nucleo urbano di tutto il romanzo, il luogo che Ricardo ha scelto per vivere la sua esistenza nel fiore degli anni. Una Parigi orgogliosa del suo splendore in grado di aiutare ad affermare chiunque decida di passare la sua vita fra i suoi edifici, le sue strade, i suoi ponti. Il luogo in cui l’approdo alla propria maturità esistenziale si fa complesso, inquieto, ricco di momenti di scoramento e bellezza.

Scrivere la perversione

In queste pagine non c’è solo la vita di Ricardo; c’è il suo talento nascosto, simile a quello dell’autore che scrive, attraverso di lui, la sua storia. Quello per la scrittura e la letteratura, le uniche capaci di descrivere le perversioni che permettono a noi uomini di sentirci tali, con tutte le nostre bassezze e debolezze. Ricardo non è irreprensibile. Nel suo amore masochista nei confronti della niña mala, nasconde quel perverso desiderio di sentirsi egli stesso amato a cui non è possibile rispondere con la bontà dei sentimenti.

Non basta avere cara la vita di qualcuno, prendersene cura, stargli vicino dimostrandogli tutto l’affetto possibile; bisogna anche fare i conti con l’anima brutale che si cela in ognuno di noi e che rende quel sentimento, così apparentemente puro, qualcosa di torbido e meschino, in grado di farci del male e di distruggere le certezze che abbiamo assimilato nella nostra storia personale in anni di crescita psicologica e fisica.

L’individuo, i suoi risvolti meschini, la sua necessità di amare facendo del male, non può, in tal senso, non riflettere la società in cui si trova, essa stessa simbolo di un tale orrore. E quella di Ricardo è in perenne fermento tra momenti di bellezza disarmante (i ricordi della sua terra natia, quelli associati alla Parigi culla della sua nuova vita) e gli attimi di una storia feroce, che azzanna ciascuno di noi ponendolo davanti alle sue fragilità.

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Avventure della ragazza cattiva abbina l’eleganza dello stile alla complessità della Storia, quella grande, quella che in certi momenti, non riusciamo nemmeno a capire. Vargas Llosa è un narratore che si pone agli estremi dell’anima dell’uomo cogliendola quando non può che rispecchiarsi nel Male assoluto cercando di trasformarlo in qualcosa di buono. Un paradosso che solo la grande narrativa può permetterci di capire.

  • Traduttore: Glauco Felici
  • Editore: Einaudi
  • Collana: Super ET
  • Anno edizione: 2014
  • Formato: Tascabile
  • In commercio dal: 27 gennaio 2014
  • Pagine: 362 pp.

Parola/Segnalibro: #corpo.

Un ascolto/un’opera d’arte: Lana Del Rey – Burning desire (2012); Wong Kar-wai – In the mood for love (2000).

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