Recensione del romanzo “Il grande azzurro” di Ayesha Harruna Attah edito da Marcos y Marcos. Una storia del legame magico tra due sorelle gemelle
Nelle culture di tutto il mondo i gemelli sono un evento straordinario. Sono gli unici al mondo a nascere insieme, crescono mano nella mano, si parlano con il solo sguardo. Si dice che i gemelli spesso riescano a percepire i pensieri, sentimenti, dolori dell’altro anche se lontani. Hassana e Husseina, le protagoniste de “Il grande azzurro” di Ayesha Harruna Attah, sono proprio una coppia di gemelle che rispecchia a pieno questa credenza popolare. Ma la crudeltà della storia è dietro l’angolo per dividerle..
Trama
Hassana e Husseina sono sorelle gemelle. Fino ai dieci anni sono rimaste sempre insieme, nella pace del villaggio: Hassana era la gemella più forte, estroversa, Husseina la più timida e schiva. I mercanti di schiavi le separano in un giorno di fragore e fiamme, gettando tra loro un’insondabile distanza. Hassana si aggrappa a Husseina nei sogni, per Husseina lo strappo dalla famiglia e dalla gemella è un pensiero troppo doloroso.
Entrambe tuttavia nella lontananza fanno fiorire la loro autentica personalità. Lottano per essere libere: libere da padroni sordidi e meschini, ma anche da chi vuole convertirle “per il loro bene”; libere di partecipare ai riti candomblé nella foresta brasiliana, libere di esprimere il proprio talento nel lavoro, libere di abbracciare cause più grandi nel mondo mutevole e febbrile dell’Africa di fine Ottocento. Imparando ad accettare le paure e i desideri più intimi affronteranno l’acqua profonda che le separa; si ricongiungeranno soltanto quando potranno guardarsi negli occhi come due persone intere.

Hassana, dopo esser stata separata da sua sorella, resta nella Costa d’Oro, l’odierno Ghana, e grazie ad un missionario europeo riesce a liberarsi dal suo schiavista. Inizia per lei un capitolo di vita abbastanza sereno in cui si avvicina alla cultura, lingua e religione anglosassone. Ma la mancanza di Husseina è sempre più persistente. Manca la condivisione, lo scambio di sguardi, il crescere insieme.
Husseina è al di là de il grande azzurro, un Oceano sconfinato che l’ha portata sulle coste del Brasile. Qui impara a conoscere sé stessa, a capire chi sia realmente anche senza la sua gemella. Nonostante la lontananza, le radici africane vivono il lei come a richiamare quel capitolo della sua esistenza ormai lontano eppure ben profondo nel suo cuore. Per le due sorelle i sogni sono l’unico modo per avere l’una notizia dell’altra. È il potere di Ibeji, protettore dei gemelli, che aiuta a far congiungere “chi cerca e chi chiama”. Tra riti ancestrali, la ricerca della propria identità in un’Africa in pieno cambiamento, Ayesha Harruna Attah dona ai lettori una storia di affetto e di riscatto.
“Il grande azzurro” alterna capitolo dopo capitolo la voce di Hassana alla voce di Husseina. Riusciamo così a immergerci in una situazione storica di cui spesso ignoriamo o facciamo finta di non ricordare: la tratta degli schiavi. Sia in Africa, ormai territorio dei coloni europei, sia nelle Americhe, la tratta degli schiavi africani è un capitolo doloroso della storia di tutti noi.
La Costa d’Oro faceva parte della cosiddetta “costa degli schiavi” un tratto di costa atlantica di circa 450 km compreso tra la foce dei fiumi Niger e Volta, da cui partivano gli schiavi dal XVI al XIX secolo. Alla base della tratta degli schiavi c’erano gli stessi africani: i mercanti africani, infatti, catturavano schiavi da vendere agli europei in mercati come quello di Lagos. Dalla costa degli schiavi furono deportati circa un quinto degli Africani che raggiunsero le Americhe.
Attraverso una narrazione fluida, piena di immagini vivide e di richiami a tutta la sfera culturale africana, “Il grande azzurro” è un vero e proprio viaggio alla ricerca di identità e di speranza. Man mano che la storia si evolve e le protagoniste crescono, il lettore cresce con loro. La parte di Hassana, scritta in prima persona, cambia il proprio nel linguaggio con la crescita della piccola protagonista da bambina a giovane donna. Nel momento in cui Hassana acquisisce proprietà di linguaggio, la sua visione del mondo si colora di nuove espressioni, visioni percezioni.

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I capitoli dedicata a Husseina, anche se scritti in terza persona, trasudano di un dolore misto a dolcezza. C’è tutta la cultura africana, nel Brasile lontano. Gran parte del folklore e del bellissimo aspetto antropologico degli schiavi liberati in Brasile, è raccontato proprio dai passi di Husseina in questa sua nuova vita. Ho apprezzato molto le note a piè di pagina per spiegare le tante parole legate alla cultura africana che avrebbero perso di significato e identità se tradotte. Come il bel vocabolario ben dettagliato a fine libro, per approfondire ancora di più il meraviglioso mondo africano.
Penso che “Il grande azzurro” sia un ottimo romanzo per potersi immergersi nelle atmosfere africane senza perdere la bellezza di una penna fresca e coinvolgente. Infatti è stata la mia lettura per la tappa ambientata in Africa del nostro #ilgirodelmondoin12letture. Assolutamente consigliato!
Ringrazio la casa editrice Marcos y Marcos per avermi omaggiato di una copia del libro!

Ayesha Harruna Attah – Il grande azzurro
Titolo originale: The Deep Blue Between
Editore: Marcos y Marcos
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Prima edizione: 2019
Prima edizione italiana: 2021
Formato: rilegato
Pagine: 318 pp.,
Traduttore: Francesca Conte
Prezzo: 17,00 euro
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