Recensione del romanzo “Il ballo delle pazze” di Victoria Mas, edito da E/O. Quando a volte bastava essere una donna ribelle per essere giudicata pazza
I manicomi femminili erano di gran voga nel 1800 e inizio 1900. Per internare una donna bastava davvero poco: i presunti attacchi di isteria, restare incinta dopo uno stupro, ribellarsi alle regole sociali. E’ un argomento che fa rabbrividire e di cui vi avevo parlato anche nella recensione de “L’isola delle anime”. Ne “Il ballo delle pazze” Victoria Mas riesce a trattare il tema in maniera semplice, ma fornendo al lettore le atmosfere giuste per comprendere la gravità della situazione vissuta da molte pazienti.
Trama
Fine Ottocento. Nel famoso ospedale psichiatrico della Salpêtrière, diretto dall’illustre dottor Charcot (uno dei maestri di Freud), prende piede uno strano esperimento: un ballo in maschera dove la Parigi-bene può “incontrare” e vedere le pazienti del manicomio al suono dei valzer e delle polka. Parigi, 1885. A fine Ottocento l’ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate “isteriche” e curate con l’ipnosi dall’illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l’esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene.
Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c’è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il “ballo delle pazze”, ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell’occasione, mascherarsi farà cadere le maschere…

Dopo aver concluso la lettura de “Il ballo delle pazze” ho subito pensato che se mi fossi trovata a vivere un secolo fa, probabilmente sarei stata anche io internata come pazza. Perché mi sono trovata nel comportamento di tante donne rinchiuse alla Salpêtrière semplicemente per essere diverse dal ruolo imposto da una società maschilista. Difatti, le donne “ospiti” della struttura sono state giudicate come pazze dai loro uomini, dai medici maschi e da una Parigi del tempo che ancora non accettava una donna indipendente e intraprendente.
Siamo a Parigi, nel 1885. Per i corridoi della Salpêtrière si sentono donne urlare, disperarsi, piangere in silenzio. Sono le pazze della città. Eppure, se solo ci si fermasse ad ascoltarle e a conoscerle, si scoprirebbe che ognuna di loro costudisce un dolore, una ferita nell’anima. C’è chi ha subito violenza ed è stata punita per questo. Chi ha commesso un solo errore contro uomo. O chi è semplicemente diversa dalla massa. E’ così che conosciamo le protagoniste del romanzo di Victoria Mas, tutte donne forti che hanno osato ribellarsi agli uomini. La loro pazzia viene addirittura spettacolizzata dai medici che usano le pazienti per i loro esperimenti sull’ipnosi curativa, causando non pochi danni.
Eugénie arriva in struttura trascinata con l’inganno dal padre, il quale non accetta la sua diversità così pericolosa, così disonorevole. Tutti si accorgono che Eugénie non soffre di alcun disturbo mentale. Perfino la rigida capo infermiera Geneviève deve ricredersi sui metodi della Salpêtrière osservando per la prima volte le pazienti come donne, donne come lei.
L’isteria è stata per lungo tempo considerata per lungo tempo come una malattia psichiatrica, e usata come scusa per internare le donne. Ecco un approfondimento sulla storia dell’isteria
Victoria Mas tratta il tema della “pazzia” femminile con delicatezza, ma senza tralasciare l’aspetto psicologico dei personaggi. “Il ballo delle pazze” è una lettura leggera, scorrevole che lascia un messaggio positivo e di speranza. E mi ha lasciato dentro una domanda a cui non penso troverò risposta “cos’è effettivamente la pazzia?”

Victoria Mas – Il ballo delle pazze
Titolo originale: Le bal des folles
Editore: Edizioni E/O
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Prima edizione: 2019
Prima edizione italiana: 2021
Formato: rilegato
Pagine: 192 pp.,
Traduttore: Alberto Bracci Testasecca
Prezzo: 16,50 euro
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