Nel secondo incontro di “Scrittori allo specchio”, la traduttrice Susanna Basso ha trasportato i lettori di Matera nell’Inghilterra di Jane Austen.
“Non sconfesso la traduttrice che sono stata. Traduco da dove mi trovo nella vita”. Afferma così Susanna Basso nell’anticipare la lettura di alcuni estratti dell’edizione del 1996 di “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen. A venticinque anni dalla prima traduzione della Basso, Mondadori le ha recapitato uno scatolone con sette grossi volumi rossi. E’ stata richiesta una nuova traduzione, di tutta l’opera della Austen. Dei volumi speciali correlati di lunghissime note per entrare nel dettaglio della lingua dell’autrice. “Pensavo di non farcela. Ma era un’occasione unica, per una traduttrice, avere la possibilità di ritradurre questo capolavoro. Un’occasione ardua e imperdibile”.
Sono due secoli che il mondo intero legge le opere di Jane Austen. Libri spesso definiti come “romanzi culto” o “insopportabili smielate storie d’amore”. Eppure sono sempre presenti in tutte le librerie, nei programmi scolastici, in lingue lontanissime. Perché attraggono ancora così tanto questi racconti narrati da una giovane vent’enne inglese senza soldi e con l’ansia perenne di morire sola senza una dimora?
Orgoglio e pregiudizio
“Non aveva mai capito di amarlo tanto come ora, quando l’amore era vano” Jane Austen è una delle poche, autentiche grandi scrittrici che hanno saputo fare breccia nei cuori e nelle menti di tutti i lettori, senza eccezioni. Fra i suoi tanti capolavori, Orgoglio e pregiudizio (pubblicato nel 1813) è sicuramente il più popolare e amato: le cinque figlie dell’indimenticabile Mrs Bennet, tutte in cerca di un’adeguata sistemazione matrimoniale, offrono l’occasione per tracciare un quadro frizzante e profondo della vita nella campagna inglese di fine Settecento. I destini di Elizabeth, Jane, Mr Bingley e dell’ombroso Mr Darcy intrecciano un balletto irresistibile, una danza psicologica che getta luce sulla multiforme imprendibilità dell’animo umano, specie quando si trova alle prese con l’amore o qualcosa che all’amore somiglia.
“Traduco a più di sessant’anni un romanzo di una ragazza di vent’uno. Non riuscirei a farlo con un’autrice ventenne contemporanea. Non ne conosco la lingua”. Susanna Basso confessa che Jane Austen l’ha sempre messa in difficoltà facendola spesso sentire sola “sulla soglia delle sue frasi”. Bisogna entrare nel profondo dei dialoghi dei suoi romanzi per capirne a pieno le vicende, fare caso ad ogni singolo aggettivo utilizzato. Nelle parole della Basso si percepisce un’ammirazione e un profondo rispetto per ogni opera della Austen. Ne parla come se fosse un’amica, una persona vicina da difendere dalle malelingue che la definiscono “uneventuful”, monotona, ordinaria, noiosa.
E’ davvero così? Si può davvero definire la vita di una delle più grandi scrittrici della letteratura mondiale come “monotona”? “La vita della Austen è monotona solo perché non si sposa e non è madre?”. La semplicità della Austen sarà la stessa semplicità che la Basso cercherà di inserire nelle sue nuove traduzioni. Più dirette, più vicine alla lettura contemporanea di “Orgoglio e pregiudizio”. Si passerà dall’uso del “Lei” nei dialoghi, a un uso del “tu”, così come mancherà il “Mr.” davanti al nome.

“Cosa diverte tanto Jane Austen in un mondo in cui le donne avevano un bisogno impotente di un matrimonio che le potesse rendere padrone fittizie di una casa di un uomo?”
— Susanna Basso
Mentre ascoltavo Susanna Basso mi sono venuti gli occhi lucidi. Non solo perché la Austen è stata una mia grande amica in alcuni momenti molto particolari. Mi sono resa conto che la voce della Basso era la voce italiana di tanti dei miei scrittori preferiti. Ian McEwan, Julian Barnes, Elizabeth Strout… erano tutti lì, nelle parole della Basso. Lei che con molta umiltà ha ammesso “non se Jane Austen si sente davvero sicura nelle mie mani”. Ma noi lettori siamo invece certi di essere nelle mani di una delle migliori traduttrici contemporanee.
Potete consultare qui tutti gli altri incontri di “Scrittori allo specchio” o leggere l’articolo sulla prima ospite: Ilide Carmignani
Susanna Basso è nata a Torino e traduce dagli inizi degli anni Ottanta. Ha vinto per due volte il premio Procida, nel 2002 per Espiazione di Ian McEwan e nel 2014 per Lasciarsi andare di Alice Munro; si è aggiudicata il premio Mondello nel 2006, il Nini Agosti Castellani nel 2007 e il premio «Giovanni, Emma e Luisa Enriques» nel 2016. Ha pubblicato il saggio Sul tradurre. Esperienze e divagazioni militanti (Bruno Mondadori, 2010). Fra gli autori da lei tradotti: Ian McEwan, Alice Munro, Kazuo Ishiguro, Julian Barnes, Elizabeth Strout, Martin Amis e Jane Austen. Insegna Lingua e Letteratura inglese presso il Liceo Classico Massimo D’Azeglio di Torino.
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